da mercoledì 12 a mercoledì 19 aprile 2017 | l’asilo |
nell’ambito del worskhop Sea-Crossings: the Mediterranean and its ‘Others’
Where We Are Now?
mostra di Kate Stanworth
La fotografa documentarista e ritrattista Kate Stanworth mostra delle storie personali di migrazione caratterizzate da sfumature, presentate qui come narrazioni alternative alle rappresentazioni mainstream dei migranti e dei rifugiati.
Durante il corso dell’ultimo anno, la fotografa britannica ha creato una serie di ritratti fotografici di persone che avevano lasciato le loro case in Africa e nel Medio Oriente da diversi mesi o anni per cominciare una nuova vita in Germania, in Austria o in Italia. L’artista ha trascorso del tempo con loro cercando di conoscerle, ascoltare le loro storie, fotografare la loro vita quotidiana, e quando possibile, lavorando sulle immagini dei viaggi documentate attraverso i loro telefoni cellulari.
Oltre a ritrarre i protagonisti nei loro nuovi, spesso provvisori, spazi di vita, il progetto si focalizza anche su quelle che potrebbero definirsi delle tecniche di sopravvivenza psicologica che i migranti sperimentano: la riscrittura e la reinvenzione delle loro storie, la ricerca di nuove metafore e narrazioni capaci di dare senso a queste esperienze difficili e disorientanti.
Questa mostra è stata creata come parte del progetto ‘Responding to Crisis: Forced Migration and the Humanities in the Twenty-First Century’, finanziato dall’AHRC, Arts and Humanities Research Council.
La mostra è parte del workshop Sea-Crossings: the Mediterranean and its others, all’Asilo, il 12 aprile, dalle 9:30 alle 17:30. Il workshop è organizzato da Responding to Crisis: Forced Migration and the Humanities.
All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale per produrre arte e cultura.
ENGLISH:
Where We Are Now
an exhibition of Kate Stanworth
Documentary and portrait photographer Kate Stanworth presents nuanced personal narratives of migration as an alternative to mainstream media depictions of migrants and refugees.
Over the past year the British photographer has created a series of documentary portraits of individuals who left their homes in Africa and the Middle East months or years previously to start new lives in Germany, Austria and Italy. She spent time getting to know people and recording their stories as well as photographing their everyday lives, and where possible working with their own smart phone documentation of their journeys.
As well as portraying her protagonists in the new, often transitory spaces they now find themselves in, the project focuses on the psychological survival techniques migrants use: the re-framing and re-invention of their stories and the search for metaphors and narratives that help them find purpose through difficult and disorienting times.
This exhibition was created as part of the Arts and Humanities Research Council-Funded Network: ‘Responding to Crisis: Forced Migration and the Humanities in the Twenty-First Century’.
At l’Asilo concerts, shows, movies, meetings are free. It’s well accepted a voluntary contribution to help to cover the basic expenses and to improve the shared tools that the workers of spectacles and of immaterial use to produce art and culture.