sabato 29 gennaio 2022 ore 21 | l’Asilo
– V i s i o n a n z e –
proiezioni di videoart + live set musicali
Visionanze è il nuovo progetto dell’Asilo che promuove l’incontro di artist* appartenenti alle discipline visive e a quello del suono. Il progetto nasce dalla considerazione che l’ibridazione e l’incrocio di pratiche diverse non possono che accrescere culturalmente, artisticamente e umanamente il contesto in cui avvengono. Questo tipo di possibilità è oggi quanto mai rara, in una compagine economica, politica e sociale dove la pandemia ha reso ancor più difficile lo svolgersi di attività culturali di questo tipo. Videoartist, musicistx e soundartist possono proporre il loro lavoro e vengono invitati ad attraversare lo spazio dell’Asilo per creare occasioni di collaborazione con altri artisti per sonorizzare film, proiettare video su musiche eseguite dal vivo o altri tipi di proposte che si occupino di immagine e suono.
I primi due appuntamenti di Visionanze presentano Landscape 2021, selezione di 12 cortometraggi, con a seguire dei live set. Le prime sei opere saranno proiettate il 29 gennaio, con a seguire il live set di Giuseppe Pisano e Valentina Ciniglio, e di Guido Molea, Marco Sica, Chris Pennig, Francesco Santagata, Giuseppe Guida.
Kinetta in collaborazione con Collettivo Zeugma contribuisce alla promozione e diffusione delle opere selezionate dalla call Landscape 2021 che è stata lanciata a febbraio scorso. Dopo una attenta valutazione dei lavori arrivati da tutto il mondo, il comitato di selezione di Landscape 2021 ha scelto 12 cortometraggi, 12 interessantissime e diversificate opere realizzate dalla collaborazione tra sound artist e video artist che meglio utilizzano il suono nel solco dell’ampio tema uomo-territorio, dando una libera interpretazione e rappresentazione tra segni e significati storici, percettivi, ambientali e antropologici di un determinato tipo di paesaggio.
Le opere selezionate (prima parte):
A Journey To Romagna (Paolo Monti, Roberto Beani)
A Journey to Romagna è il risultato di una gita in Romagna per filmare e raccontare la nebbia. La nebbia non l’abbiamo trovata così abbiamo camminato per ore senza cercare niente di preciso, perdendoci. Abbiamo osservato e ripreso a lungo un paesaggio nel quale il vero elemento dinamico è il suono. Seguendo il percorso dell’acqua e attraversando la palude ci siamo fermati a contemplare le case in cui un tempo ha trovato ristoro la brigata Garibaldi. Tutto ciò in un’atmosfera sospesa, quasi shiftata, slittata, tra spazio e tempo. Questo nostro viaggio da osservatori esterni e del tutto discreti è durato un paio di ore, un paio di ore senza che ci accorgessimo minimamente che in questo equilibrio modesto mancava qualcosa di assolutamente inutile: l’uomo. La presenza umana che tronfia e rumorosa arriva strappando via ogni equilibrio possibile.
Finfinne/Filwoha (Cristina Picchi, Diego Schiavo)
videoinstallazione a due canali, 3 min., 2020
Finfinne/Filwoha è un esplorazione immersiva e sensoriale di un luogo fondamentale per la storia della città di Addis Abeba.
Originariamente occupata da un insediamento Oromo, l’area venne scelta dalla regina Taitù per la costruzione di una residenza vicino alle sorgenti termali di Filwoha (conosciute dagli Oromo come Finfinne). In seguito Menelik decise di costruire qui il Palazzo Imperiale, ancora oggi sede del governo della città, e di instaurarvi la capitale, Addis Abeba. Gli Oromo ora rivendicano i propri diritti sulla città, e questo provoca forti tensioni, scontri e talvolta, fatalità.
Questo suggestivo luogo i cui vapori hanno infuso vita alla moderna Addis Abeba, si trova in un area verde raccolta e circondata dai simboli della frenesia immobiliare della città odierna – fra i molti fabbricati si staglia la Commercial Bank of Ethiopia, che al suo completamento diverrà il più alto edificio della nazione. Dal centro simbolico della città, i vapori ed il respiro di Finfinne/Filwoha si allargano in un crescendo che avvolge la natura, gli uomini e gli edifici circostanti, permeando e avviluppando i moderni grattacieli, unendo in un unico moto vitale il ricco passato di questa terra, i suoi travagli e le sue contraddizioni, la sua tensione verso il futuro.
Interferenze Diafane (A. Ragazzo, M. Martignoni)
Tutto il paesaggio sonoro e non e un immenso “desiderio” della vivibilità umana o della rappresentazione che si prefigge l’identità umana, cambiamenti e mutazioni del suolo e dei tessuti sociali. Per Schopenhauer il “Fenomeno/i” (l’umano/i) e anche colui che fà ed agisce tutto all’insegna dell’illusione e della rappresentazione, annebbiando continuamente la realtà, velando quindi anche l’aspetto della propria individuale vita, ritorcendosi anche sui territori umani, paesaggio e suono…vivibilità della vita. Il contenuto della natura e fatta di “Fenomeni” che vivono nel necessario e sono necessari, per alimentare il “Fenomeno” ed il fatto o i fatti; costruendo come nel nostro caso varie e molteplici conseguenze, malattie,distruzioni del suolo e dell’ambiente, modificazioni gravi dell’ecosistema. Volontà= Necessità= Conseguenza. Nella traccia in questione (Interferenze Diafane) si parte da un paesaggio ovviamente genuino per poi sentire che si avvicina sempre più suoni di onde elettromagnetiche (frutto del costrutto umano) che sembra quasi che vogliano spodestare quell’equilibrio naturale primigenio, anche se si rimane comunque nel concetto di volontà naturale, priva d’una coscienza umana ma di tipo istintiva…..La visione e quella di un intricato paesaggio naturale, secco e sterile, “interferito” dal suo naturale percorso di crescita, mutando nell’informe visione della scena finale.
Ènosi (Athanasios Aléxo, Claudia Ferretti Isonde)
L’uomo vive, agisce e modifica il territorio che abita. Il suono di un piccolo e specifico paesaggio urbano, del suo traffico e delle sue stazioni di servizio esplode nelle forme delle immagini satellitari che descrivono l’impatto delle singole azioni dell’uomo sull’intero pianeta attraverso la visualizzazione di dati reali riguardanti ad esempio le temperature e la quantità di particelle sospese nell’aria rilevate dal 1990 ad oggi.
L’umanità porta la terra a svanire in una natura morta osservata ora tanto da vicino da stimolare l’immaginazione verso la creazione mondi inediti.
Sotto la lente di un punto di vista estremamente ravvicinato la natura rivela una nuova natura e nuovi universi in cui rinascere.
Ènosi è negazione e affermazione.
Il boato scompare in paesaggi lontani; la velocità nella lentezza. Le forme si compenetrano e si espandono. Colori e timbri reali vengono trasformati per aprire immaginari.
Ènosi è l’unione del territorio più intimo e domestico che abitiamo, del mondo che modifichiamo e dell’universo che immaginiamo.
vico pace numero zero – sera (David Power, Valentina Ciniglio, Giuseppe Pisano)
“vico pace numero zero – sera” è il primo capitolo di un lavoro di esplorazione sonora che si svolge a partire da un unico edificio sito in Vicolo della Pace, Forcella, Napoli.
In questa strada, pubblico e privato si riversano l’uno nell’altro dando vita un complesso ecosistema sonoro, descrivendo dinamiche di coabitazione in cui persone, musiche, motori e animali definiscono l’identità acustica dello spazio attraverso la loro stratificazione.
In questo capitolo, il tetto dell’edificio fornisce un punto d’ascolto privilegiato da cui osservare lo svolgersi delle attività umane e i loro ritmi al momento del crepuscolo.
L’utilizzo di registrazioni in formato binaurale restituisce la qualità immersiva dell’ascolto, coinvolgendo l’ascoltatore nello spazio sonoro e includendolo nel processo di ricerca.
Aparein (C. Angeloro, L. D’Elia, G. Siniscalchi, J. Moscaritolo, M. Ciuca, G. Seveso)
APAREIN, parola greca per l’Aparine, pianta che cresce negli ambienti ruderali, priva di sostanze tossiche , delicata e gentile, ma con un grande potere curativo.
L’opera nasce dall’incontro tra più ricerche confluite in una traccia sonora, in cui suoni materici registrati e fedelmente mantenuti si mescolano alle voci degli autori rielaborate digitalmente.
Attraverso dei micro-interventi di arte generativa e grafica 3D, emerge l’esperienza conscia ed inconscia dell’ibridazione tra ambiente naturale e ambiente virtuale.
In un contesto in cui tutto è in continuo movimento, l’uomo non è che la traccia stessa del suo passaggio sulla Terra.