La Balena in scena: il teatro è partecipato

di Valeria Catalano

Sul Corriere del Mezzogiorno http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2012/22-settembre-2012/balena-scena-teatro-partecipato-2111926608637.shtml

L’Asilo punta in alto. Ora c’è pure il teatro, come nasce l’idea?

Più che da un’idea si è partiti da una necessità collettiva maturata durante un tavolo pubblico di lavoro durato mesi e orientato alla creazione di un centro di produzione per l’arte e la cultura. I profondi tagli alla cultura e allo spettacolo degli ultimi anni e la gestione monopolistica della cultura da parte della Regione Campania hanno ridotto drasticamente gli spazi e le opportunità, atrofizzando di fatto la vitalità artistica e culturale della città e generando un radicale impoverimento della condizione economica e soprattutto del ruolo dei lavoratori dello spettacolo; si è sentita l’esigenza di reagire collettivamente attraverso la cooperazione mettendo in comune spazi e mezzi primari in grado di abbattere i costi minimi di una produzione artistica. Nei mesi estivi decine di cittadini e operatori del settore hanno contribuito con le proprie mani a trasformare gli spazi, costruendo un teatro con palco modulare rigorosamente scomponibile che non intacca la naturale architettura della sala e si presta ai progetti artistici più diversi. Il teatro è il primo tassello di un disegno che vuole fare di tutto l’ex Asilo Filangieri un luogo per produrre cultura, con sale di registrazione, sala di montaggio, cinema, biblioteca, sala studio e spazi per la formazione.

Come sarà stabilita la programmazione?

Da sei mesi la fruizione degli spazi e la programmazione degli eventi avvengono in maniera partecipata, attraverso un’assemblea di gestione settimanale pubblica e attraverso specifici tavoli di lavoro aperti a tutti, che non si limitano alla calendarizzazione degli eventi ma che tendono a favorire l’incontro e lo scambio tra artisti. La figura giuridica che si è andata sperimentando e che è stata riconosciuta da una delibera del Comune di Napoli (n. 400 del 25 maggio 2012), è quella dell’uso civico di un bene comune da parte di una comunità di lavoratori (art. 43 cost.), riconoscendo nei lavoratori dell’immateriale – una macro categoria che va dagli artisti ai ricercatori – la comunità di riferimento dell’immobile. Le assemblee e i tavoli di lavoro non sono articolazioni di un singolo collettivo, ma aspirano a determinare una forma di governo partecipata dell’intera struttura dedicata ai lavoratori dell’arte e dello spettacolo attraverso un regolamento condiviso di gestione al quale stiamo lavorando.

Primi appuntamenti.

La programmazione dell’Asilo non è da intendersi come una consueta stagione teatrale. Mantiene una struttura aperta alle proposte elaborate nei tavoli di lavoro e porta avanti collaborazioni e progetti nati in questi mesi. E’ il caso dell’ultimo lavoro teatrale dei Motus, “W. 3 atti pubblici”, andato in scena ai Festival Drodesera e Short Theatre di Roma, che racconta l’esperienze nazionali di riappropriazione di spazi culturali; il progetto di formazione per giovani attori di Salvatore Cantalupo, nel solco del lavoro di Antonio Neiwiller; la seconda puntata di Talking Asilo, trasmissione web prodotta dall’ex Asilo Filangieri con Insu tv; e infine è in via di definizione un censimento/rassegna della musica di ricerca in Campania.

Come si finanziano gli spettacoli? Si pagherà un ingresso?

Finora l’Ex Asilo Filangieri è stato animato dai contributi gratuiti degli artisti che hanno testimoniato il loro sostegno a quest’esperienza. Nell’ultimo periodo si sta discutendo dell’esigenza di introdurre una forma di sottoscrizione che da un lato possa servire ad attrezzare gli spazi e dall’altro possa fornire un minimo rimborso spese per chi si esibisce. La lotta per una adeguata retribuzione degli artisti è una sfida che da mesi stiamo portando avanti assieme a tutto il movimento nazionale e che non può certo essere risolta con il botteghino. Crediamo che la ricerca artistica e culturale debba rimanere fuori dalle logiche del mercato e che necessita di investimenti a carico della collettività tutta, che solo apparentemente sono “a perdere” perché si ripercuotono su tutta la società e contribuiscono al benessere collettivo. Oggi la comunità che sta abitando l’ex Asilo Filangieri si sta sostituendo a chi dovrebbe essere preposto a garantire la ricerca artistica e culturale.

Gli spettacoli saranno tutti serali? Non ci saranno problemi con la Napoli Servizi?

Orari e spazio si adattano alle esigenze degli artisti. Ci sembra difficile riuscire a irregimentare le attività in orari prestabiliti e in regole pensate per luoghi che non sono destinati ad attività culturali e artistiche.

In che modo questo teatro dialogherà con gli altri teatri cittadini? Pensate anche a qualche collaborazione?

Per adesso lo spazio dà sostegno produttivo a compagnie che si esibiscono in altri teatri sopperendo alla mancanza strutturale di sale prove; prime embrionali forme di collaborazione stanno nascendo con altre realtà produttive, ma il percorso è tutto da fare. Crediamo che uno spazio come l’Ex Asilo Filangieri possa innescare un processo di aggregazione e creare nuovo pubblico per tutti.

 


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