Anche questa settimana, lunedì alle 19 si terrà l’assemblea dell’Asilo, aperta come sempre a tutte e tutti. Per partecipare è necessario scrivere a info@exasilofilangieri.it.
In questo momento ci sembra di essere in un tunnel senza via d’uscita, strette come siamo fra una chiusura inevitabile e liste di priorità che dietro la tutela della salute svelano in realtà una gerarchia economica, tra ciò che conviene e non conviene tenere aperto.
La salute e la cura non sono scale di valori compatibili con la sola produttività e consumo. Mai come ora è indispensabile sovvertire queste logiche capitalistiche e ridare centralità a valori totalmente diversi, a ciò che si è andato disgregando sullo sfondo: la possibilità di intessere relazioni fondate sulla interdipendenza e sulla cooperazione e non sulla competitività, sul generare un pensiero capace di andare oltre la logica economicista dominante, e di immaginare e costruire un mondo fondato sull’attitudine all’empatia e al mutualismo.
La pandemia è il risultato della devastazione di interi ecosistemi e per queste ragioni, come l’inquinamento ambientale, è una forma di oppressione che mette a rischio le nostre stesse vite. Per questo crediamo che le azioni di cura di cui dobbiamo essere capaci sono innanzitutto una forma di resistenza ad un sistema che non ha scrupoli a sacrificare il vivente per estrarre sempre e comunque profitto; un modo per stringere alleanze con chi è in azione per re-incantare il mondo.
È questo il senso politico delle attività culturali e artistiche dell’Asilo, e ciò che lo contraddistingue da sempre: l’essere centro di produzione e di ricerca artistica e culturale in quanto strumento – quasi pretesto – per creare una comunità solidale e mutualistica, aperta e porosa, includente, non respingente e contrapposta alle logiche predatorie di mercato. Fare arte relazionale, cui tutt* possano partecipare, nessun* esclus*, senza divisioni.
Vogliamo sperimentare forme di cura che garantiscano, in presenza e in virtuale, i diritti fondamentali delle persone, contestualmente alla tutela e al rispetto dei contesti sociali ed ecologici per mezzo dei quali i diritti sono esercitati. Fra i diritti fondamentali, quello alla salute appare oggi prevalente; un diritto, però, che si fonda a nostro parere su un concetto di salute che soffre di un insopportabile riduzionismo, visto che ancora una volta tutto è ridotto alla questione del contagio.
La salute invece è una nozione molto più complessa e si riferisce:
– agli ecosistemi in cui si svolge anche la vita umana e senza il rispetto dei quali non è possibile alcuna salubrità. Così come non si può essere veramente liber* in un mondo in cui altre vite sono ridotte in schiavitù, così non è possibile vivere in salute mentre parti sempre più estese del pianeta e delle specie viventi sono distrutte e estinte.
– al corpo, inteso non solo come strumento per ridurre il contagio da virus, ma anche come materia viva segnata da altre patologie che la crisi del sistema sanitario sta mettendo in ombra negando le cure necessarie; patologie, ad esempio, come il tumore, che come la pandemia sono effetto della devastazione ambientale e che nel nostro Paese e nel territorio campano non hanno mai smesso di rendere precaria e marginale la vita di tante persone;
– alla vita psichica, prestando attenzione a tutt* coloro che provano un senso di socialità negata, e sentono il bisogno di incontrarsi per condividere la necessaria critica del presente;
– alla questione sociale, economica e lavorativa, creando le condizioni per cui lavoratori e lavoratrici – in sofferenza per la mancanza e la chiusura, senza tutele e garanzie, dei loro spazi e mezzi di produzione – possano continuare a ricercare e produrre arte e cultura attraverso un reddito universale, nonché un reddito di creatività e un reddito di cura. Per queste rivendicazioni siamo stat*, nelle scorse settimane, nelle piazze di Napoli, unendoci ad altr* per portare le istanze fin qui trascurate dalle istituzioni.
Perciò, è importante ribadire con forza e nei fatti – anche con la creazione artistica e culturale – questa sostanza politica e sociale dell’azione, cercando insieme ogni mezzo possibile affinché la tensione comunitaria e la ricerca di un’ecologia delle relazioni continuino ad agire, per diffonderla.
Al momento gli eventi pubblici proseguiranno online, sempre aperti a chiunque voglia partecipare e proporne di nuovi; la funzione di centro culturale e di teatro fruibile a un pubblico è dunque sospesa. Ma l’Asilo è uno spazio multiforme, ed è soprattutto un centro di produzione e di ricerca interdipendente; come già stanno facendo altri spazi di lavoro, non vogliamo rinunciare a tenere aperta e viva la fiamma della cultura in quest’ora così buia, in cui ci sentiamo tutti più sol* e fragili. Proveremo dunque a garantire prove, residenze e attività di supporto comunitario e socio-culturale. In momenti come questo dobbiamo stringerci ancor di più in una comunità solidale e di mutuo aiuto.
Quindi: sappiamo cosa aspettarci a breve, ma sappiamo anche di non avere nessuna intenzione di farci schiacciare. Nel primo lockdown abbiamo inventato un progetto – la Tela (https://www.exasilofilangieri.it/la_tela/#Arti_Virali) – che facesse da filo rosso per non smarrirsi nel tunnel; per uscire dall’isolamento e per consentire di mantenere vive le pratiche dell’Asilo continuando un lavoro creativo fortemente inteso come spazio d’incontro e di relazione orizzontale, che ha coinvolto più di cento tra artiste e artisti sparsi per la penisola. Il lavoro pubblico sulla Tela riprenderà mercoledì prossimo 4 novembre alle 18 (vedi qui sul sito i dettagli) e vuole continuare a essere uno degli atti di resistenza possibili. Altri ne verranno.