Dall’occupazione dell’Ex Asilo Filangieri alla creazione del Centro di Produzione Indipendente
La risposta alla crisi e alle politiche dei tagli alla cultura e alla ricerca delle lavoratrici e dei lavoratori dell’immateriale e dello spettacolo.
a cura della comunità degli abitanti dell’Asilo
Il 2 marzo 2012 la struttura denominata l’ex Asilo Filangieri, situata in Via Giuseppe Maffei n. 4, a Napoli, è stato occupato dal collettivo di lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale “La Balena” con l’obiettivo di attivare un percorso di riterritorializzazione del lavoro culturale e delle pratiche che ad esso soggiacciono. La struttura fino a quel momento era stata la sede della Fondazione Forum Universale delle Culture 2013, evento-fantasma gestito con malagrazia da logiche clientelari. In questi mesi, l’Ex Asilo Filangieri è stato attraversato da oltre 200 iniziative artistiche e culturali. È stato il luogo in cui compagnie, artisti e operatori della cultura hanno potuto sviluppare il proprio lavoro e condividerlo con la cittadinanza, in modo aperto e orizzontale (ad esempio attraverso le “prove aperte”); il luogo in cui si sono innescate pratiche condivise e collaborative che hanno costruito le premesse per lo sviluppo di una fucina culturale: un centro di produzione indipendente che metta a disposizione di tutta la comunità gli strumenti di produzione culturale (sala montaggio, palcoscenico, costumeria condivisa, biblioteca, per fare solo qualche esempio). Queste pratiche di condivisione sono la nostra risposta alla crisi: come lavoratrici e lavoratori dell’immateriale e dello spettacolo subiamo sulla nostra pelle le politiche dei tagli alla cultura e alla ricerca e siamo consapevoli della necessità di inventare e far crescere processi innovativi di produzione culturale dal basso, in grado di liberare le forze creative e produttive. L’Asilo sta attivando un’altra economia fatta di scambi di saperi, pratiche e competenze in grado di innervare ed arricchire l’intero tessuto cittadino.
La comunità di abitanti dell’ex Asilo porta avanti un Uso Civico della struttura animandola di iniziative e processi creativi che hanno trovato sintesi nella costruzione di un Centro di Produzione Indipendente. Cosa vuol dire un centro di produzione indipendente? Un centro di produzione culturale capace di districare i processi creativi, di ricerca, per creare nuovi modi per ripensare un mondo sommerso dalle conseguenze, sempre più drammatiche di una storia scritta da interessi personali ed egoistici, dai legami politici ed economici con le istituzioni, ma anche liberarli dalla sfera d’influenza di singole associazioni o personalità dominanti, garantire, dunque, l’indipendenza della produzione non soltanto dagli attori esterni, ma anche da quelli interni, gli stessi che la adoperano e rappresentano. A tal scopo abbiamo adottato un modus operandi la cui alta definizione ci fa credere che, senza perdere il suo carattere spontaneo e informale possa permetterci di scindere il processo dal collettivo che lo ha avviato e aprirlo ad un’ampia comunità che andrà allargandosi continuamente. L’Asilo può e vuole diventare una fabbrica di sogni, una banca di saperi indipendente dalle intelligenze individuali e dai gusti e pareri personali ed ospitare, da oggi, e per i tempi a venire una soggettività multipla intenta a promuovere ed esprimere il benessere culturale e di sperimentazione di tutti i cittadini. L’assemblea di gestione, pubblica, dell’Ex Asilo Filangieri è il momento di interscambio tra i tavoli di lavoro (teatro, musica, cinema, arti visive, arti figurative, biblioteca condivisa, autogoverno, orto urbano) ed è l’occasione per confrontare e discutere i risultati prodotti e gli impegni futuri, il momento decisivo per determinare la produzione, l’autofinanziamento, la manutenzione dell’Asilo. L’assemblea è pronta ad accogliere anche interventi e proposte estemporanee e inconsuete, ma la partecipazione ai tavoli di lavoro è la condizione naturale per condividere e comprendere il processo civico in corso.
Sulla rivista Link la storia dell’Asilo dall’occupazione al centro di produzione