venerdì 21 aprile 2017 | ore 21 | l’asilo
Sette minuti
Liberamente ispirato al romanzo Uomini sotto il sole di Gassan Kanafani
Scritto e diretto da Luisa Guarro
Con Luca Gallone, Rosario Giglio, Ivano Russo, Antonio Spiezia, Omar Suleiman
Disegno e luci di Paco Sommonte
Realizzazione della scenografia a cura di Omar Suleiman
Ideazione scene, costumi e ricerca musicale a cura di Luisa GuarrO
iN COLLABORAZIONE CON oSSERVATORIO pALESTINA
Sette minuti è la storia di tre clandestini e un carovaniere, che tentano di arrivare da Bassora al Kuwait, attraverso il deserto Iracheno; Libero adattamento teatrale del romanzo di Gassan Kanafani, “Uomini sotto il sole”, lo spettacolo ruota intorno alla pianificazione e realizzazione del terribile viaggio.
Gli “uomini sotto il sole”, di Kanafani, sono Abu Qais, Asad e Marwàn, un vecchio, un uomo e un ragazzino palestinesi, fuggiti dai campi profughi per cercare lavoro in Kuwait. Tre clandestini che, con il loro carovaniere, si addentrano nel deserto, sotto il sole cocente.
Ma “uomini sotto il sole” sono anche gli uomini in quanto tali, abitanti della terra su cui picchia il sole, ad essi sembra rivolto un monito universale: che nessun sia debole e inerme, che nessuno si faccia cogliere privo di forze dal pericolo di morte!
E ancora “uomini sotto il sole” sono tutti gli uomini disperati che, sotto il sole, alla sua luce, ovvero al cospetto della consapevolezza e della responsabilità di tutti, affrontano la morte per non morire.
Dal magnifico romanzo di Gassan Kanafani, uno spettacolo nel quale lo sguardo rivolto all’uomo non si complica con analisi sofisticate, tutta la riflessione è rimandata all’osservatore, spettatore di una vicenda narrata e agita senza anteporre commento. L’unica considerazione da cui si parte è che, posto di fronte a scelte estreme ed obbligate, in condizioni nelle quali la morte è questione di un tempo breve, SETTE MINUTI, l’uomo è nudo e semplicemente uomo, ha sete, ha fame, di cibo e di aria, ha speranza e paura e la sua fragilità è quella di ciascuno; e rispetto a quell’uomo, chiunque egli sia, rispetto alla sua vita, ogni altro uomo è responsabile, come il genitore di una fiammella, portata in un fragile grembo di vetro.
Il racconto di Gassan Kanafani termina con una domanda aperta e irragionevole e nello spettacolo tentiamo di dare ad essa una risposta semplice e meccanica, al fine di ridurre la questione alla sua elementare essenza: perché un uomo non soccomba di fronte al pericolo di morte, è necessario che non si trovi mai in una condizione di totale debolezza, senza forze, mai totalmente inerme. Questa la logica risposta a quella domanda irragionevole, risposta che rivela la poetica di Gassan Kanafani e il suo spirito di attivista, promotore della resistenza palestinese, tanto più incisivo e pericoloso quanto più poetico e umano. Fu ucciso dal Mossad nel 1972 a soli 36 anni.
SETTE MINUTI su Vimeo.
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