martedì 4 ottobre 2016 ore 21 | l’asilo

un incontro cantabile con

Sam Gleaves

introduce Alessandro Portelli

Andiamo con ordine: sono un uomo di fatica, con croste sulle nocche, polvere sulle mani.
Probabilmente non avreste mai immaginato che ho un uomo che mi aspetta a casa
A dire la verità, non voglio litigare, ma voglio dirvi una cosa sola chiaro e forte:
Non siamo forse carne e sangue uguali? E non siamo anche fratelli?

Sam Gleaves è un giovane cantautore, suonatore di banjo a cinque corde e di chitarra, che è emerso con forza sulla scena folk statunitense. Secondo Giorgio Zito, Gleaves è erede di un “filo rosso che parte da Joe Hill, passa per Woody Guthrie e Pete Seeger, e arriva a Bob Dylan e a Bruce Springsteen”. Ma – aggiungerei – ha anche qualcosa dell’eleganza musicale di Joan Baez.
Nato in una cittadina della Virginia, Sam canta canzoni che raccontano le lotte operaie e per i diritti civili, attingendo soprattutto alla storia e alla cultura popolare del Sud Est degli Stati Uniti. Composizioni sue come Ain’t We Brothers e Orlando denunciano con efficacia l’emarginazione, la discriminazione e talvolta la violenza subite da chi viene fuori. Come ha scritto Alessandro Portelli, Sam Gleaves “enuncia il punto di vista gay con elementare e provocatoria naturalezza dall’interno di una cultura profondamente sessista come quella del Sud rurale americano”. Per Giorgio Zito “sorprende soprattutto il modo in cui Gleaves, pur fedelissimo alle sue radici nell’Appalachia, riesca con estrema semplicità a rendere così attuali sia le sue composizioni che i brani tradizionali che ripropone”.
[Gordon Poole]

La serata sarà introdotta da una conversazione con l’artista (con traduzione consecutiva a cura di Susanna Poole) condotta da Alessandro Portelli, americanista e uno dei massimi esperti italiani di musica folk statunitense.

Alessandro Portelli è nato a Roma nel 1942. Insegna letteratura americana alla Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università la Sapienza. Ha fondato il Circolo Gianni Bosio per la conoscenza critica e la presenza alternativa delle culture popolari.
Ha studiato, insegnato e diffuso la cultura dell’America “a cui vogliamo bene” – quella di Woody Guthrie, Pete Seeger, Bob Dylan, Bruce Springsteen, di Malcolm X; Martin Luther King, Cindy Sheehan; Mark Twain, Don DeLillo, Spike Lee, Woody Allen. Ha raccolto le canzoni popolari e politiche e la memoria storica orale di Roma e del Lazio, collaborando con il Canzoniere del Lazio, Giovanna Marini, Sara Modigliani, Piero Brega, Ascanio Celestini. Ha ascoltato i racconti delle borgate e dei quartieri popolari, dalle occupazioni delle case degli anni ’70 alla storia orale di Centocelle. Per usare le sue parole, “ho cercato di non limitarmi a studiare e a scrivere, ma anche di organizzare cultura: mettere in piedi strutture (dal Circolo Bosio alla Casa della Memoria); fondare e far vivere riviste; condividere con gli altri, attraverso dischi e libri, quello che ho imparato; coinvolgere persone più giovani e aprirgli spazi; organizzare eventi, concerti, incontri. Ho accompagnato gli studenti romani ad Auschwitz, ho girato decine di scuole per parlare della memoria, della democrazia, dell’antifascismo. E ho voglia di continuare a farlo. Le mie passioni sono l’uguaglianza, la libertà, l’insegnamento, la musica popolare, la memoria, ascoltare i racconti delle persone, i libri e i film, e il rock and roll.”

Born and raised in Wythe County in southwest Virginia, Sam Gleaves performs innovative mountain music with a sense of history. Under the direction of local teacher and barber Jim Lloyd, Sam took up stringband instruments as a teenager, including the banjo, guitar, fiddle, autoharp and dulcimer. With his mentor ballad singer Sheila Kay Adams, Sam found his voice and fell in love with the mountain love songs, which he carries into his generation with pride. Sam’s performances combine traditional Appalachian ballads, dance tunes, original songs and the stories that surround the music.
Sam earned a degree in Folklore from Berea College and performed for four years with the Berea College Bluegrass Ensemble, directed by Al White. With that band and as a solo artist, Sam has toured extensively, performing at U.S. venues such as Mountain Stage and the Woodsongs Old Time Radio Hour, and abroad in Ireland, England, Canada and Japan.
Sam writes new songs in the Appalachian tradition, telling stories about love, the home place, working people and present social issues in the mountains. Sam’s music has been featured by National Public Radio, Kentucky Educational Television, West Virginia Public Radio, Appalshop’s WMMT FM, KEXP, Exclaim!, The Windy City Times, The Bitter Southerner and Still Journal. AIN’T WE BROTHERS, Sam’s debut record of original songs, is produced by Cathy Fink and was released November, 2015. AIN’T WE BROTHERS has been reviewed by National Public Radio, No Depression, and The Bluegrass Situation. Peggy Seeger called AIN’T WE BROTHERS, “A stunning first album,” saying, “I keep very few albums that I am given. This one’s a keeper.”

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