Risalendo la montagna
1° tornante – open call
Indagine verso l’adattamento teatrale de
“La Montagna Incantata” di T. Mann
dal 24 al 29 ottobre 2016 | l’asilo
Primo studio dedicato al romanzo La Montagna Incantata di Thomas Mann, accolto dalla comunità dei lavoratori e delle lavoratrici dell’arte, della cultura e dello spettacolo de l’Asilo.
Si selezionano attori e danzatori nel numero massimo di 10.
Materiale da allegare alla candidatura: una lettera di presentazione (con breve curriculum in forma discorsiva ed espressione della motivazione a prendere parte alla ricerca).
Candidatura da inviare a mattia.dimauro@hotmail.it entro il 20 ottobre. Il 21 ottobre il regista comunicherà via email ai partecipanti l’ammissione alla residenza.
Criteri di selezione: l’affinità con il metodo di lavoro, con la materia analizzata, la motivazione espressa, la data di candidatura.
Orari di lavoro: 10 – 15 con pausa di circa mezz’ora.
La metodologia applicata sarà caratterizzata da forte connotazione fisica, volta alla perdita di lucidità, come ingresso facilitato al lavoro attoriale, articolato in esercizi studiati all’uopo, tentativi di intervisione sui temi e sulle figure desunti dal romanzo, meditazione personale sulla condizione della propria figura studiata.
Si effettueranno un massimo di due sedute di lavoro notturne, nei luoghi di lavoro stessi, da concordare con i partecipanti.
Ruoli:
* Hans Castorp: agile, spudorato, dolce
* Hanna Chauchat: esile, candida
* Luigi Settembrini: alto, squillante, ponderato
* Leo Naphta: pesante, irrequieto
* 4-6 coreuti: narratori, danzatori, trasformisti
La partecipazione creativa dell’attore, nell’atto di scrittura scenica, sarà alla base della costruzione delle figure personali, che i coreuti saranno accompagnati a sviluppare, come momenti di solo, o di focus, nei quali esprimere la propria risonanza.
“Riguardo la comunità abominevole di Acropolis, fatta di esseri umani sgualciti, depauperati della loro compassione, un’orrida riproposizione dello stesso gioco all’infinito. Immagino un sanatorio/carcere, un luogo di torture placide, di agitazioni velate da spirito gentile, di attese insostenibili e osceni silenzi. Intendo portare avanti una ricerca attoriale che muova dallo stato di rigurgito dell’estrema fatica, verso l’espressione di una gestualità troppo sfiancata per costruirsi, troppo urgente per essere pensata, generatrice della voce come tensione in uscita oltre la gabbia elastica dell’epidermide. Vedo il tempo gravare sulle spalle di queste disperate figure umane, come collare del guinzaglio del fato, nelle mani di medici/guardiani infernali. In questo scenario ossessivo, due figure si ergono al di fuori del mucchio, i pensatori: Leo Naphta (ex-gesuita) e Luigi Settembrini (Homo Humanus, umanista) propugnatori dell’elevazione morale del genere umano, in direzioni opposte e contrarie. Focalizzando l’attenzione sul loro conflitto, nel suo momento più alto, o più basso, si comincia a delineare la visione caleidoscopica dell’opera, in un turbine di umanità che si intrecciano lacerandosi”. Mattia Di Mauro
/// All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.