PRIMO MAGGIO: TUTTI A BAGNOLI!
ore 10:30 Piazzale Tecchio
stazione metro “Campi Flegrei”
Sono passati ormai due anni da quando il governo è passato nelle mani di Matteo Renzi. Due anni in cui ci è stata un’apparente trasversalità di consenso, partendo dall’ex centro sinistra alla destra di Alfano, ponendosi come unico rappresentate dei poteri economici nazionali, ergendosi ad uomo guida del rinnovamento a capo del Partito della Nazione.
Dopo la prima fase di riforme tanto sbandierate, in particolar modo quella del lavoro, Jobs Act, quella con il quale si prometteva di sbloccare le grandi opere, Sblocca Italia, e quella che riformava definitivamente la scuola pubblica, Buona Scuola si è provato a far credere che si andava verso un definitivo cambio di rotta, che prometteva oltre l’uscita della crisi e un profondo rinnovamento per il paese.
Dalle parole del Presidente del Consiglio si provava a far credere che si potesse aprire una fase di pacificazione sociale, che oltre a mettere d’accordo tutti risolvesse, capitalisticamente parlando, i problemi strutturali che si trascinano da più di venti anni.
Grazie al favore di stampa e media completamente allineati sembrava delinearsi uno scenario completamente favorevole per questo governo. Mentre c’era chi continuava a denunciare i poteri che si nascondevano dietro quest’operazione del governo, oggi, se mai ce ne fosse stato bisogno, abbiamo la conferma che gli interessi di cui si è fatto carico Renzi, non sono di certo quelli delle classi subalterne che hanno pagato la crisi in questi anni.
Questa conferma ci è data oltre che dagli scandali recenti, Eni e Banca Etruria, che vedono coinvolti la ministra Boschi, e gli ultimi dati Istat che confermano che l’occupazione, con il Jobs Act, non è affatto aumentata, anzi si è resa indeterminata la precarietà lavorativa, il governo sembra attraversare la prima fase di crisi.
In questo scenario, dove sarebbe un errore dichiarare la mancanza di lotte e conflittualità sociale all’interno del paese, come dimostrano le esperienze di lotta per la casa, della logistica, di alcuni settori operai, le resistenze territoriali alla devastazione ambientale come la grande vittoria del movimento No Ombrina, sono mancati momenti di forte opposizione generale e diretta al governo Renzi.
La manifestazione del 6 Aprile a Napoli pensiamo abbia invertito questa tendenza, riuscendo a costruire un momento di opposizione complessiva al governo Renzi e alle politiche dell’austerità imposte dall’Unione Europea, in cui la resistenza degli abitanti di Bagnoli si è unita a quelli degli occupanti casa e a tutti gli altri settori sociali che in questi ultimi anni si sono mobilitati.
Studenti, disoccupati e precari sono scesi in piazza in maniera unitaria per opporsi alla venuta a Napoli di Matteo Renzi, che ha scelto sotto campagna elettorale di puntare tutto su Bagnoli, partecipando alla Cabina di Regia che si è tenuta in prefettura.
Una scelta dettata anche dalla necessità di salvare il salvabile visto lo stato comatoso del PD a Napoli, aggravato dalle ridicole primarie anche esse caratterizzate da scandali e brogli, oltre che da soggetti impresentabili come la Valente e Bassolino.
In questo modo, ponendo Bagnoli come cavallo di battaglia, dove comunque si prova a far a passare un modello di sviluppo, che parte dagli interessi di grandi gruppi imprenditoriali (Invitalia, pubblico, privato) e non dai bisogni che partono dal territorio.
Purtroppo per loro Napoli è città e ribelle: in questi anni si è dimostrata l’avamposto per l’opposizione sociale alle politiche antipopolari del governo Renzi.
Proprio per questo il premier sceglie di fare un grosso investimento mediatico sulla città, provando a rimediare alle fughe degli ultimi due anni, fatte di visite clandestine e di appuntamenti mancati all’ultimo minuto.
Proprio per questo assume per tutti quelli che hanno alzato la testa all’interno del Paese una centralità politica.
Siamo davanti a un crocevia: o si impone il modello del partito della nazione, o quello delle città ribelli.
Da un lato il modello che impone la devastazione dei territori e il lavoro volontario come nel modello Expo, le grandi opere inutili e dannose come la Tav, che espropria democrazia e decisionalità a chi vive il territorio favorendo gli interessi delle grandi lobby e delle multinazionali.
Dall’altro un modello completamente alternativo e incompatibile con le politiche di questo governo, fatto di decisionalità dal basso, di assemblee popolari, di spazi liberati, di territori sottratti alla devastazione ambientale e alla speculazione, in cui la resistenza alla crisi passa attraverso forme di mutualismo e di solidarietà.
Questa città e le sue periferie rappresentano una delle tante fotografia di quanto questo sistema produca solo precarietà sociale, disoccupazione, licenziamenti politici, esclusione e marginalità.
Sulla base della resistenza e delle mobilitazioni che sono partite da questo quartiere, Bagnoli può rappresentare una delle chiave di volta nel processo che si sta delineando a Napoli ed acquisisce importanza e respiro nazionale.
Per questo motivo stiamo costruendo un 1° Maggio di lotta a Bagnoli e facciamo appello a tutte le forze politiche, organizzazioni sindacali, comitati e comunità in lotta a promuovere, aderire e partecipare.
In questo periodo di campagna elettorale la nostra città è sotto i riflettori. Sappiamo benissimo che per il nostro quartiere le alternative e le possibili soluzioni non verrano fuori dal circuito elettorale.
L’alternativa la stiamo provando a costruire giorno dopo giorno dal basso attraverso l’auto-organizzazione di chi sta pagando il peso della crisi e della devastazione ambientale. Bagnoli è sintesi delle contraddizioni di questo sistema e per questo pensiamo debba essere posta al centro del dibattito cittadino e nazionale.
Liberare #Bagnoli vuol dire imporre un modello di sviluppo alternativo alle speculazioni e ai profitti di pochi e che guardi agli interessi e bisogni collettivi. Per imporlo dal basso non abbiamo molte scelte se non quello del conflitto e della mobilitazione sociale. Per questo ci teniamo a rilanciare come ormai da anni un primo maggio che liberi la città di #Napoli e Bagnoli dai poteri forti che ne hanno bloccato lo sviluppo di quest’area e la bonifica.
La nostra riappropriazione passa per una resistenza quotidiana contro guerre, sfruttamento, precarietà, devastazioni ambientali e le politiche di austerity e di massacro sociale imposte dal governo #Renzi.
Contro le politiche dell’Unione Europea e del Governo Renzi
Contro il commissariamento imposto a Bagnoli
Per un nuovo modello di sviluppo economico e sociale!
ADESIONI IN AGGIORNAMENTO:
Laboratorio Politico Iskra
Bancarotta 2.0 / Lido Pola liberato
Assise cittadina per Bagnoli
Zer81
Rete Scacco Matto
Scugnizzo Liberato
Mensa Occupata
Movimento di lotta per il lavoro – Disoccupati “7 Novembre”
Rete per il diritto alla Salute
Medicina Democratica – Napoli
Coordinamento studenti flegrei
Si-Cobas Napoli e Caserta
Campagna per il Diritto all’abitare “Magnammece ‘o Pesone”
Collettivi Centro Storico
Ex Opg Occupato – Je So’ Pazzo
L’Asilo
Giardino Liberato Materdei
Redazione Identità Insorgenti
Collettivo Insorgenza Musica
Comitato Soccavo Co.S.
Sinistra Anticapitalista Napoli
Movimento dei Migranti e Rifugiati di Caserta – Ex Canapificio
Collettivo 48ohm – Pomigliano D’arco
Presidio di Salute Solidale – Napoli
Terranostra occupata – Casoria
Collettivo Komar – Capua
Rete Nazionale “Noi Saremo Tutto”
Cobas – Napoli
Precari della Scuola – Napoli
Aula Flex – Napoli
Aula LP – Napoli
Unione Sindacale di Base – Campania
Ross@
Rete dei Comunisti
Partito dei Carc
SCIRA Studenti Casertani In RivoltA
CDL Cassintegrati e licenziati Fiat – Si cobas Pomigliano
Comitato Lavoratori del Porto di Napoli
L’Asilo
Giardino Liberato Materdei