Precaria | festival dinamico
dal 4 al 7 ottobre | Napoli
Zer081 | Ex Asilo Filangieri | Bancarotta
Ritorna precaria! In continuità col festival lanciato l’anno scorso ritorna l’appuntamento cittadino di Precaria. Un happening che mette al centro le forme di resistenza, le traiettorie di trasformazione e le reti sociali che si costituiscono sul terreno della precarietà.
Quattro giornate di contro-narrazioni, workshop, musica, proiezioni, incontri, assemblee e cospirazioni attraverserà gli spazi sociali che abbiamo liberato in questa città, dentro e fuori dai quali costruiamo ogni giorno comunità, reti sociali, mutualismo e produzioni indipendenti, per fare rete, per disegnare una cartografia della precarietà nella nostra città e insieme ad essa per individuare i linguaggi, gli strumenti, le rivendicazioni e le pratiche per affrontarla. la precarietà che viviamo si è fatta insostenibile e le politiche di austerity sull’onda della crisi finanziaria internazionale ricadono pesantemente sulle nostre condizioni di vita, sui nostri diritti sociali, mentre difendono i privilegi e la speculazione.
GIOVEDI’ 4/10
ore 16.00 | dibattito ” napoli “del mediterraneo in rivolta” || dove: Zer081
ore 20,45 | proiezione partita napoli | dove: Zer081
VENERDI’ 5/10
ore 17.00 dibattito: “traiettorie costituenti dei lavoratori della conoscenza, dello spettacolo e dell’immateriale” | dove: Ex Asilo Filangieri *
mostra fotografica || dove: Bancarotta Bagnoli
ore 21,00 live music con dubbemo fukada tree || dove: Bancarotta Bagnoli
SABATO 6/10
ore 18,00 dibattito “reddito per tutti: welfare dal basso e nuove pratiche di mutualismo” || dove: Ex Asilo Filangieri
ore 21 || dove: Ex Asilo Filangieri
3 live in solo di: Emanuele Errante | Fabrizio Elvetico | Marco Messina | video: loredana antonelli
in chiusura electronic co-working improvisation di tutti gli artisti – Su Facebook
DOMENICA 7/10
ore 20.45 proiezione partita napoli-udinese || dove: Bancarotta Bagnoli
ore 22.30 musica live con capafreska pmk enzo casella dj set || dove: Bancarotta Bagnoli
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Gli spazi –
Ex Asilo Filangieri vico Giuseppe Maffei 4 (via San Gregorio Armeno) Napoli
Zero81 Largo Banchi Nuovi, 10 – Ex mensa università Orientale
www.zero81.org
https://www.facebook.com/Zer081?ref=ts
Bancarotta Bagnoli via Coroglio, vicino all’ingresso dell’ex fabbrica Italsider
https://www.facebook.com/bancarotta.bagnoli
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* Riprendendoci un mondo
traiettorie costituenti dei lavoratori della conoscenza e dell’immateriale
Le esperienze di lotta nel mondo della cultura nell’ultimo anno – dai teatri occupati ai cinema, dai grattacieli alle cattedrali vuote dei “grandi eventi” – ci riconsegnano un tema centrale che per la prima volta nel nostro paese ci ritorna sostanziato di pratiche complesse e molteplici: quello delle forme di organizzazione del lavoro vivo nel quadro aperto dall’egemonia linguistica e culturale, certo assai ambivalente, dei “beni comuni”.
Quella che fino a pochi anni fa era una nebulosa sfilacciata e confusa di lavoratori legati a vario titolo agli ambiti dello spettacolo, della cultura, della conoscenza e della formazione – precari o per la stessa natura discontinua dei processi creativi, o precarizzati da condizioni contrattuali mortificanti, spesso semplicemente a nero – oggi è una galassia di forme di vita, sensibilità e saperi differenti che cominciano a ricomporsi e ricombinarsi attorno a degli spazi liberati (sottratti alla dialettica mortifera pubblico/privato) e alla necessità di inventare un approccio comune, conflittuale, ai tempi e ai modi della cooperazione sociale.
Ciò che rileviamo è che non ci si “riconosce” in quanto simili, accomunati da una condizione di lavoro, di reddito o di status. Comincia forse a saltare la stessa categoria politica del “riconoscimento” come sostanza politica di questo più quel segmento sociale, e la stessa “precarietà” non funziona in chiave di omogeneità delle differenze. Succede semplicemente che delle singolarità finora deboli e isolate trovano nello spazio comune la possibilità di “fare delle cose” insieme ad altri – il cosiddetto “co-working”, ricombinare i propri saperi con altre sensibilità, lanciarsi nella costruzione di percorsi sperimentali collettivi che spezzano i confini delle arti, dei campi disciplinari accademici o dell’industria culturale.
Questo quadro sollecita un dibattito trasversale che si ancora sulle riconfigurazioni dello spazio metropolitano a partire da bisogni che si sono fatti percorsi concreti del fare-comune, quei bisogni frustrati e negati in anni e anni di vicoli ciechi che da anni i paesi europei, i governi fino alle amministrazioni locali percorrono con lo smantellamento del sistema di accesso alla cultura, alla formazione, a un sistema minimo di welfare, così come nella messa a valore degli spazi urbani secondo logiche che deturpano territori, quartieri e interi tessuti sociali.