venerdì 30 gennaio h 18.30 l’Asilo

presentazione del libro

In posa. Abu Ghraib 10 anni dopo

di Pierandrea Amato

intervengono, insieme all’autore,
Roberto Cerenza, Dario Stefano Dell’Aquila, Patrizio Esposito

Nella primavera del 2004 diventano di dominio pubblico le immagini del carcere irakeno di Abu Ghraib, dove i soldati americani si lasciano fotografare – sono in posa e allegri – mentre torturano i prigionieri. Nessuno può aver dimenticato l’orrore di quelle scene.

Questo breve saggio edito da Cronopio, però, non insiste sul valore politico e culturale degli scatti di Abu Ghraib, ma segnala, nella loro composizione, un indice estetico in grado di svelare la condizione normalmente catastrofica della nostra quotidianità democratica.

cercare di individuare che cosa, dieci anni dopo la loro comparsa, proprio perché non è visibile all’istante, sopravvive in quell’agghiacciante catena d’immagini e non fa semplicemente parte del passato

 

 

MATERIALI

“Cosa dimostrano, a dieci anni di distanza, le foto di Abu Ghraib?
Forse proprio la normalità di uno stato di eccezione che dura ormai da oltre dieci anni e in nome del quale, in questi giorni si proclamano guerre e conflitti. Amato ricorda l’insegnamento di Michel Foucault, “per decifrare la vera natura di un potere è necessario appurare in quale maniera si applica concretamente sui corpi”. Le immagini delle violenze e delle torture di Abu Ghraib (come le foto dei prigionieri di Guantanamo, aggiungiamo) hanno una valore attuale, non solo simbolico. Rivelano la vera natura di un potere “democratico” che si svela nel buio delle prigioni di ogni tempo.
Non dicono solo “è accaduto”, ma “sta accadendo”. E a questo presente di orrore dovremmo, prima o poi, trovare il modo di porre riparo”.
Continua a leggere l’articolo di Dario Stefano Dell’Aquila

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all’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale per produrre arte e cultura.

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