dal 13 ottobre | l’asilo

Perché la Danza?

incontri su danza e filosofia

a cura di Maurizio Zanardi e Gabriella Riccio

«Se esistono la peste, il colera, il vaiolo nero è solo perché la danza e di conseguenza il teatro non hanno ancora cominciato ad esistere…»

Antonin Artaud

«La perdita per lei [la danza] è un guadagno, la mancanza una gran parte della sua ricchezza. Dire questo non è fare l’apologia dell’effimero, che è uno dei cliché più sfruttati che ci sia! Perché in questo va e vieni tra l’oblio e il ricordo c’è qualcosa che va contro l’effimero e che caratterizza al più alto grado la danza: il processo del ritorno. Sappiamo dunque dimenticare e utilizzare l’oblio come una delle nostre fonti, e vivere così delle fonti dell’oblio» 

Dominique Dupuy

Perché la danza?

Perché la danza, e non la musica, il cinema, la pittura, il teatro, insomma le altre arti, sempre che si possa ritenere la danza un’arte? Perché “occupare” gli spazi dell’Asilo con insistenza e continuità per pensare con il maggior rigore possibile la rilevanza e la necessità del danzare? Perché una tale urgenza e privilegio assegnati alla danza? Perché mai la danza sarebbe una questione, in questione?
In verità, la scelta non sembra arbitraria. La rilevanza del danzare è un dato dell’attualità: la sua presenza si estende in modo inedito anche nel nostro paese (con tutti i limiti, le restrizioni, specialmente al sud) sulle scene, nei discorsi “estetici” e nelle pratiche artistiche, comincia a far notizia nei media, a essere sempre più promossa nelle programmazioni delle stagioni teatrali e dei festival, sempre più considerata tra i materiali degni di riproduzione-archiviazione.
Questo significa però che la danza oggi è una posta in gioco: cade in un gioco di forze che ne scoprono e nello stesso tempo ne mettono in forse la forza. I discorsi, i dispositivi produttori di “eventi”, le retoriche “culturali” che la promuovono tendono anche, proprio per mantenerla nell’attualità, a ridurre, e così capitalizzare, il potenziale dei suoi atti, che innanzitutto la danza moderna ha liberato da vincoli estetici, morali e politici. Il rischio della riduzione cresce se la danza non torna a pensare, e noi con lei, quel singolare potenziale (singolare, perché non conoscibile in anticipo, generato solo nell’azzardo del danzare) che le consente di sospendere, sovvertire, le abitudini senso-motorie, gli usi consolidati dello spazio, la collezione dei gesti considerati possibili e auspicabili. Si tratta, dunque, di pensare il senso dell’attualità della danza e la nuova contesa che si apre per sottrarre la natura intempestiva, errante dei suoi gesti moderni alle forze che mirano a impiegarli nella produzione del “sensazionale”, dell’evento, dell’eccitazione e stimolazione incessante della società. Come condursi per sottrarre la sobrietà, la pazienza e la “motilità” del gesto danzante alla volontà di “mobilitazione” che non va per il sottile pur di produrre scosse capaci di attirare attenzione e provocare una ben visibile, e perciò controllabile, agitazione generale?
Certo, il carattere sempre più imprenditoriale delle pratiche artistiche, afferrate dalla logica di una produttività rapida e dagli esiti immediatamente “calcolabili”, spinge le arti in direzione di prestazioni senza teoria, di un assillo competitivo che non lascia spazi e tempo per pensare i propri atti. Il lavoro teorico non sembra più, come è stato in tutte le più ardite sperimentazioni artistiche, componente fondamentale dell’atto di creazione.
Napoli non sfugge a questo processo. Una ragione in più per dare Asilo a un esperimento collettivo e non episodico di pensiero intorno alla danza e con la danza, coinvolgendo il mondo della danza, della filosofia, della critica, dell’audiovisivo, del teatro…
Maurizio Zanardi

Gli incontri si articoleranno in proiezioni, dibattiti con artisti e studiosi chiamati a confrontarsi sul tema

/// Calendario degli incontri

venerdì 13 ottobre ore 19 | refettorio
#1 Nuria Sala Grau
Tempo-corpo-spazio: alchimia silenziosa

L’incontro prevede due momenti con gesti danzati “Ananda Natana” (delightful dance) Bharatanatyam coreografia Leela Samson, musica Muthuswami Dikshitar, danza Nuria Sala Grau, durata 12’ e “Monologo sul Movimento” poesia Roberto Sanesi, musica Federico Sanesi, coreografia Nuria Sala Grau, durata 4’

:: Nuria Sala Grau – Danzatrice, coreografa e docente di danza. Si laurea in Psicoterapia Umanista presso l’Istituto di Psicoterapia Umanista di Barcellona. Studia tecnica Graham e Limon a Losanna, danza classica e contemporanea a Parigi e Lione,  danza Bharatanatyam e musica Carnatica e Nattuvanar in India, danza contemporanea con Dominique e Fraçoise Dupuy. Ha insegnato danza per più di venticinque anni a studenti di tutte le età e provenienze. Dal 2007 è Docente di Teatro-Danza Indiano Bharatanatyam al Conservatorio di Musica di Vicenza. Pubblica: con Ermini, Gasparotti, Nancy, Zanardi “Tempo-corpo-spazio: alchimia silenziosa” in Sulla Danza a cura di Maurizio Zanardi, Cronopio 2017; con Michela Bianchi “Continuamente Danza. L’infinito in Corpo” MC Editrice 2013;  “Il Rituale del Danzatore, Trasformazione e Manifestazione” in Danzare Oltre di Dominique Dupuy, Ephemeria Edizioni 2011; “Le Mani nel Teatro-Danza Classico dell’India Bharatanatyam”  in La mano che cura di Patrizia Sanvitale, Marsilio Editori 2011.

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giovedì 9 novembre ore 19 | refettorio
#2  Romano Gasparotti 
Saggezza del danzare

:: Romano Gasparotti, dopo esperienze giovanili nel campo del teatro-danza si laurea in Filosofia con E. Severino e perfeziona con M. Cacciari. Insegna Fenomenologia dell’immagine e Teorie della comunicazione all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. E’ co-fondatore della rivista Paradosso. Cura con M.Donà l’opera postuma del filosofo novecentesco Andrea Emo. Promotore e curatore di eventi artistico-culturali, ha presentato artisti come S.Shimamoto, H.Nitsch, R.Salvadori, V.Bucciarelli ed è autore e protagonista di readings filosofici assieme a musicisti jazz e di eventi spettacolari quali Imeros e Di un pensare in opera con Andrea Rossi Andrea e V.Moar, da cui è stato tratto il DVD kath’hypokeimenou, edizioni Morra/Splasc(H) Records, 2012.  E’ autore del Manifesto artistico per il XXI secolo “DIASTEMA. Per un’arte festiva” e fondatore del relativo movimento, al quale hanno aderito filosofi, musicisti, artisti visivi, coreografi. Nel 2013 scrive e cura il catalogo della Mostra su Shozo Shimamoto, presso lo Studio Visconti di Milano. Pubblica: Le forme del fare con M. Cacciari e M. Donà , Liguorin1987; Movimento e sostanza. Saggio sulla ‘teologia’ aristotelica, Guerini 1995; Socrates y Platon, Akal 1996; I miti della globalizzazione. “Guerra preventiva” e logica delle immunità, Dedalo 2003; Figurazioni del possibile. Sul contemporaneo tra arte e filosofia, Cronopio 2007; Filosofia dell’Eros. L’uomo, l’animale erotico, Bollati Boringhieri 2007; L’inganno di Proteo. La filosofia come arte delle Muse, Moretti&Vitali 2010, Il quadro invisibile, Cronopio 2015, L’opera oltre l’oggetto Moretti&Vitali 2015, Saggezza del danzare in Sulla Danza a cura di Maurizio Zanardi, Cronopio 2017

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mercoledì 6 dicembre ore 18 | sala cinema 
#3  Gabriella Riccio e Maurizio Zanardi
Lettura di Corpus di Jean-Luc Nancy
a seguire proiezione di Körper di Sasha Waltz

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venerdì‘ 27 aprile ore 18 | sala cinema 
#4  Pina Baush a Roma un film documentario di Graziano Graziani
proiezione del film documentario Italia 2016, 58′ prodotto da Riccione TTV in collaborazione con l’Archivio Teatrale Andres Neumann/Il Funaro Centro Culturale di Pistoia.
Ne discuteranno insieme Graziano Graziani e Maurizio Zanardi
Il film ripercorre l’esperienza di Pina Bausch nella città eterna a cui dedicò due spettacoli indimenticabili, Viktor (1986) e O Dido (1999). Attraverso un intreccio di preziose testimonianze – da Matteo Garrone a Mario Martone, da Vladimir Luxuria a Ninni Romeo, da Leonetta Bentivoglio a Andrés Neumann, da Maurizio Millenotti a Claudia Di Giacomo fino alla famiglia rom Firlović – riemerge così la Roma insospettabile di Pina Bausch, una città autentica e assolutamente anticonvenzionale: una Roma quotidiana, scandita da pranzi in trattoria, incursioni in sale da ballo popolari e passeggiate al mercato della frutta; una Roma underground, distesa nelle sue periferie multietniche, conosciuta grazie a ripetute visite in campi rom e a sopralluoghi notturni in locali transgender e circoli di cultura omosessuale.

:: Graziano Graziani è critico teatrale, scrittore e giornalista. È tra i conduttori di Fahrenheit a Radio 3 Rai e ha scritto e scrive per diverse testate (tra queste Lo Straniero, Internazionale.it, il blog di Minimum Fax minima&moralia e la nuova rivista online della Treccani, il Tascabile). Collabora per Rai 5, per cui ha realizzato diversi documentari sul teatro contemporaneo. Ha pubblicato diversi libri, l’ultimo dei quali per l’editrice Quodlibet, Atlante delle micronazioni (2015). Cura un blog intitolato Stati d’eccezione.

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presto aggiorneremo il calendario degli incontri

/// Qualche indicazione di lettura

  • Ermini, Gasparotti, Nancy, Sala Grau, Zanardi Sulla danza, a cura di Maurizio Zanardi, Cronopio, 2017
  • Filosofia della danza, a cura di Barbara Elia, Il Melangolo, 1992
  • D. Dupuy, Danzare oltre, Ephemeria, 2011
  • D. Dupuy, La saggezza del danzatore, Mimesis, 2014
  • J.L. Nancy Corpus, a cura di Antonella Moscati, Cronopio, 2014
  • D. Humphrey, L’arte della coreografia, Gremese, 2001
  • M.S.G. Dyczkowski, La Dottrina della vibrazione nello shivaismo tantrico del Kashmir, Adelphi, 2013
  • E. Guzzo Vaccarino, Danze plurali/l’Altrove qui, Ephemeria, 2009
  • A. Badiou, InesteticaMimesis, 2007

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All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.