Pensare con il teatro

incontri di teatro e filosofia all’Asilo

dal 3 dicembre 2013 al 4 febbraio 2014

Se opponiamo la scena alla vita, è perché abbiamo il presentimento che la scena sia un luogo prossimo alla morte, dove ogni libertà è concessa. La voce degli attori non verrà dalla laringe ma da altrove: è una musica difficile da trovare. Il trucco, rendendoli altro da sé, consentirà loro ogni audacia: non avendo più alcuna responsabilità sociale, ne avranno un’altra, nei confronti di un altro Ordine.

Nelle città di oggi, il solo luogo – ahimè ancora in direzione della periferia – in cui si potrebbe costruire un teatro è il cimitero.

Jean Genet

Pensare con il teatro, pensare i pensieri del teatro, per riscoprire e contribuire a riattivare la forza, la violenza pensante, l’invenzione di categorie, l”audacia” all’opera nelle arti, nel teatro in particolare.

Pensare con il teatro per combattere la sua riduzione a “cultura”, secondo l’imperativo del tempo che chiede di valorizzare l’arte come cultura, ossia come bene economico e pratica di moralizzazione dei comportamenti sociali: si pensi, ad esempio, al modo “edificante” in cui il teatro si rivolge alle scuole e le scuole al teatro. Ha scritto Maurice Blanchot: “La cultura è il luogo in cui il potere trova sempre dei complici. Con la cultura recupera e sottomette ogni parola libera”.

Pensare con il teatro anche per segnalare la differenza incommensurabile tra etica e morale, tra il rigore della procedura artistica e il rigore morale, tra la festa teatrale e l’azione pedagogica, tra la responsabilità “per un altro Ordine” e la “responsabilità sociale”.

Pensare con il teatro per dare asilo, offrire spazio, al tentativo di chiarire le ragioni della diffusa insoddisfazione nei confronti dei modi di presentazione della pratica teatrale, dei discorsi e delle forme di vita che si organizzano oggi in città in rapporto al teatro, che viene ancora miticamente considerato un’“evidente”, indiscutibile ed eterna caratteristica della natura di Napoli.

Pensare con il teatro, praticare uno studio incondizionato delle questioni teatrali, per costruire un popolo teatrale, un pubblico anche, più combattivo, più esigente, più crudele.

Gli incontri si articoleranno in proiezione di materiali video, introduzione filosofica e drammaturgica a cura di Maurizio Zanardi e Daniela Visone, dibattito con artisti e studiosi chiamati a confrontarsi sul tema. Si terranno ogni due settimane e saranno incentrati sull’opera e le categorie di cinque grandi pensatori del teatro:

// Calendario degli incontri

Martedì 3 dicembre ore 17,30
Antonin Artaud
tra Dio e l’escremento: un teatro obliquo

Martedì 17 dicembre ore 17,30
Bertold Brecht
il metodo

Venerdì 10 gennaio ore 17,30
Samuel Beckett
fallire meglio

Martedì 21 gennaio ore 17,30
Jerzy Grotowski
per un teatro povero

Martedì 4 febbraio ATTENZIONE! martedì 11 febbraio ore 17,30
Carmelo Bene
l’attore-macchina

// Letture consigliate: 

A. Artaud, “il teatro e il suo doppio” (con la prefazione di j. Derrida),  Einaudi 2000.
J. Derrida, “Forsennare il soggettile”, Abscondita 2005.
B. Brecht, “Scritti teatrali”, Einaudi 2000.
F. Jameson, “Brecht e il metodo”, Cronopio 2008.
S. Beckett, “Teatro”, Einaudi 2005.
A. Badiou, “Beckett. L’inestinguibile desiderio”, il Nuovo Melangolo 2008.
J. Grotoswi, “Per un teatro povero”, Bulzoni 1970.
J. Grotoswi, “Holiday e Teatro delle Fonti” , la Casa Usher 2006.
C. Bene, “Opere”, Bompiani 2008.
Deleuze-Bene, “Sovrapposizioni”, Quodlibet 2002

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All’Ex Asilo Filangieri i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. E’ gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere delle spese minime e a dotare gli spazi dell’Ex Asilo Filangieri dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale per produrre arte e cultura.

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