mercoledì 14 novembre ore 19:30 | l’Asilo
Partigiano dell’umanità
presentazione di Mimì Capatosta e proiezione del documentario di Insu_tv
PROGRAMMA
– Presentazione del libro “Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace” (edizione Fandango -2017) di Tiziana Barillà
– proiezione di “Mimmo Lucano, partigiano dell’umanità”, regia di Nicola Angrisano (produzione InsuTV / Kosmopolis – HD ITA 14 min.)
– collegamento telefonico con gli attivisti di Baobab Experience (Roma)
– apericena a cura di Zero81 – Laboratorio di mutuo soccorso
Napoli. 14 novembre 2018. “La solidarietà è un’arma, usiamola, Riace non si arresta!”. È questa la sottotraccia che accompagnerà la presentazione del libro “Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace” (edizione Fandango -2017) e l’incontro con l’autrice Tiziana Barillà in programma il 14 novembre alle 19:30 presso la sala Teatro de l’Asilo (via Maffei, 4). L’evento, in cui è previsto anche un collegamento telefonico con gli attivisti di Baobab Experience, sulla cui testa pende una seria minaccia di sgombero, è organizzato dal collettivo di mediattivisti InsuTV (www.insutv.org), autore anche di una piccola produzione realizzata lo scorso 6 ottobre in occasione della manifestazione in solidarietà con Mimmo Lucano e la comunità di Riace, colpiti dalle politiche securitarie sull’immigrazione di questo e dei precedenti governi. “Sarà un’occasione per approfondire cosa significa questa “modalità Riace” – sostiene Nicola Angrisano – regista di “Mimmo Lucano, partigiano dell’umanità” – e per raccogliere e proporre azioni concrete di solidarietà per Mimmo e l’intera comunità di Riace. Per questo facciamo appello a tutte le realtà cittadine, istituzioni, associazioni, reti e movimenti a prendere parte a questo momento importante di rilancio e a questo processo di solidarietà attiva”.
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Per un colpo di vento. Cominciò così il modello Riace. Il colpo di vento è quello che nella seconda metà degli anni ’90 portò un’imbarcazione di profughi curdi in quelle terre sullo Ionio dove mai avrebbero pensato di restare. E invece avvenne. A Badolato, a Riace la storia dell’accoglienza comincia molto prima che l’Italia si ponga il “problema” dell’accoglienza. E’ una storia semplice di un incontro tra esseri umani, tra persone in fuga dal regime turco e gli abitanti di paesi svuotati dall’emigrazione di massa degli anni ’60 e ’70. Di un incontro vissuto da entrambe le parti come un’ opportunità di rinascita, di futuro. E’ per questo che il “modello Riace” consolidato nel tempo dall’energia anarchica del sindaco Domenico Lucano non ha niente in comune con le logiche concentrazionarie con cui tutti gli ultimi governi gestiscono l’arrivo dei rifugiati scampati al Mediterraneo e alla militarizzazione delle frontiere. E’ un modello estraneo alla contabilità ostile con cui il Viminale maltratta donne e uomini come numeri di un esercito indesiderato. E’ un’esperienza estranea alla paura e al rancore e per questo è diventata il bersaglio di un’inchiesta che inquieta e della rappresaglia di Matteo Salvini che proprio sul rancore e sulla paura ha costruito la sua carriera politica. Domenico Lucano è finito agli arresti domiciliari per un reato di “favoreggiamento dell’umanità” dopo un’indagine che pure ha dovuto archiviare tutte le false accuse di corruzione e appropriazione indebita. Le migliaia di persone che sabato 6 ottobre si sono inerpicate su questo paesino della Calabria quasi in punta dello stivale, fin sotto la casa del suo sindaco, sono venute perciò a gridare che esiste ancora uno spazio di resistenza al vento xenofobo e razzista che asfissia L’Italia e l’Europa. E in questo spazio si trova Riace.
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All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.