Pagina99 del 19 dicembre 2015 dedica due articoli – a firma di Gianni Valentino e Andrea Porcheddu – agli spazi liberati di Napoli e alla produzione teatrale della città, viva come non mai nonostante i tagli governativi alla cultura e al sud in generale, nonostante le scellerate direzioni artistiche di enti culturali e le spinte reazionarie delle nuove destre.
Si parla, tra le tante cose, dello Scugnizzo Liberato, della Fondazione Morra – Museo Nitsch, di Arrevuoto e dell’Asilo.

Ecco alcuni estratti che riguardano l’esperienza dell’Asilo; gli articoli completi sono in basso.

In un territorio che i turisti premiano stagione dopo stagione – Trivago pone il capoluogo campano al terzo posto delle città italiane più ambite (nel 2011 era al nono) e il ponte dell’Immacolata ha segnato un’occupazione delle strutture ricettive al 95 %, per non parlare dei numeri registrati dalla recente Notte d’arte,con concerti e musei aperti fino a notte – ecco brillare miriadi di operazioni culturali e sociali. Come lo Scugnizzo Liberato, l’ex Asilo Filangieri, la maratona delle Sette stagioni dello spirito.
Com’è avvenuto già all’Angelo Mai e al Nuovo Cinema Palazzo a Roma, al Macao di Milano e al Teatro Garibaldi Aperto a Palermo, pure a Napoli esiste, e vive, una struttura abbandonata dal sistema ufficiale e occupata da chi sperimenta nel cinema, nella danza, nella musica e nel teatro. È l’ex Asilo Filangieri – da non confondere, nonostante l’omonimia, con il precedente – in vico Maffei. Tutt’intorno, erompono le voci degli artigiani di presepi di San Gregorio Armeno, l’odore di babà e bollenti pizze a portafoglio. All’interno dell’edificio, che si sviluppa su tre piani, recitano attori, nascono reading, concerti e performance che finalmente hanno trovato una dimora stabile (ogni rappresentazione termina entro mezzanotte, in un regime di pacifica convivenza con i residenti dirimpetto). Concessa dal Comune che attraverso un disciplinare d’uso ne regolamenta le attività (nonostante le polemiche tra consiglieri di opposti schieramenti, le spese per i sei custodi, le pulizie e il consumo elettrico sono a carico dell’amministrazione cittadina), la struttura ha nel tempo ospitato lo scultore/regista belga Jan Fabre e l’artista del suono Bob Ostertag, e qui hanno avuto la loro genesi alcune esperienze teatrali con Enzo Moscato e Davide Iodice.

– Gianni Valentino


Alla fine, per capirlo un po’ meglio il teatro napoletano, occorre attraversare le bancarelle natalizie di San Gregorio Armeno e affacciarsi all’ex Asilo Filangieri, di cui dà conto Gianni Valentino: l’Asilo è diventato una realtà commovente per proposta, passione e generosità di chi gli dà vita. Tutto con autofinanziamento, con entusiasmo: teatro – straordinariamente – di grande intensità.
– Andrea Porcheddu


Pagina99 sugli spazi liberati di Napoli e l’Asilo by l’Asilo