minimasomatica
immagine courtesy of Cléo TABAKIAN

minima somatica

uso dei corpi e gesti minori

Laboratorio di ricerca e pratica somatica

a cura di Carla Bottiglieri e Thomas Greil

da domenica 4 marzo 2018 ogni 2 settimane |  L’Asilo

domenica mattina 4 sessioni individuali dalle 10:00 alle 13:00
domenica pomeriggio sessione di gruppo dalle 16:00 alle 19:00 |

partecipazione gratuita
per la sessione di gruppo, appuntamento all’ingresso de l’Asilo alle 15h45

per informazioni carla@minimasomatica.org | www.minimasomatica.org

L’educazione somatica è un terreno di ricerca sulla corporeità e sul gesto in cui convergono diversi metodi di pedagogia e analisi del movimento.

I metodi somatici raggruppano un insieme di tecniche – Feldenkrais, Alexander, Rolfing, Eutonia, Body-Mind Centering, solo per citarne alcune – che hanno cominciato a diffondersi verso la fine del XIX secolo in Occidente, in parallelo o ai margini dei nuovi campi sperimentali istituiti nelle scienze della vita e nelle scienze umane e sociali, dalla fisiologia alla neurologia e alla psicologia.

Principi comuni a questa varietà di approcci sono: una concezione olistica del soggetto (in cui corpo, affetti, pensiero ed emozione compongono un continuum indissociabile); un corredo sofisticato di tecniche gestuali e manuali; una costruzione dell’esperienza soggettiva attraverso l’esercizio approfondito della sensibilità, in primo luogo propriocettiva e cinestetica.

La nozione di “soma”, introdotta negli anni 70 dal filosofo americano Thomas Hanna, si riferisce al “corpo vissuto in prima persona”; l’aggettivo “somatico”, attribuito al campo di ricerca sul soma, definisce lo studio dell’emergere della consapevolezza del corpo in movimento nel suo ambiente fisico e sociale.

Il progetto minima somatica all’Asilo consiste in un ciclo d’incontri dedicati all’esplorazione di queste “grammatiche minori” del movimento, ispirandosi in particolare alle metodologie del Body-Mind Centering e del Rolfing.

La costellazione degli usi del corpo e del gesto è il filo conduttore, tanto dei laboratori collettivi che delle sessioni individuali.

Nel solco del pensiero di Agamben (L’uso dei corpi, Neri Pozza, 2014), intendiamo la sfera dell’uso come lo spazio ove fare esperienza di sé, attraverso l’auto-affezione dei gesti. L’attività somatica è fondamentalmente un esercizio della ricettività, volto all’apertura di una rete di rapporti: a sé, agli altri, all’ambiente. Strumenti di questo esercizio sono l’ascolto, la percezione aptica, il senso del peso, il dialogo tonico, l’immaginazione e la visualizzazione.

Il laboratorio collettivo segue una mappa tematica per indagare, di volta in volta, un immaginario corporeo: dalle cartografie embriologiche di un corpo-non-ancora-formato, agli organi di cui continuare ad inventare usi minori, dai territori ritmici alle dimore nomadi del gesto.

Le sessioni individuali, su prenotazione, sono centrate sull’allievo e sulle sue richieste. Che si tratti di comprendere la natura di un disagio fisico – per esempio, una limitazione nel movimento -, o giusto di esplorare la costruzione delle proprie coordinazioni posturali e dinamiche nei gesti quotidiani, l’operatore guida l’allievo in un percorso percettivo attraverso il tocco e il movimento.

La sessione si svolge su un lettino da massaggio ma può comprendere micro-esercizi in posizione seduta o in piedi.

Ogni sessione contempla un feedback finale da parte dell’allievo, per valutare i cambiamenti intercorsi durante il lavoro. Il tocco è adoperato come strumento di educazione cinestetica e propriocettiva, e non ha finalità terapeutiche, se non quelle derivanti da un accresciuto senso di sé a profitto di un nuovo potenziale di sensibilità e di azione.

Ogni sessione dura in media 1h15. È necessario indossare indumenti ampi e comodi che facilitino il movimento.

# Metodi

Body-Mind Centering

Il Body-Mind Centering (BMC) è un approccio esperienziale dell’educazione somatica basato su movimento, tocco, espressione vocale e attenzione cosciente. Il BMC ha le sue radici nella danza, nella fisioterapia e in diverse pratiche di meditazione. Sviluppato da Bonnie Bainbridge Cohen (1942), il BMC comporta uno studio integrato dei principi anatomici, fisiologici e psicofisici, che si avvale di metodologie specifiche per indagare i sistemi del corpo e i movimenti dell’età evolutiva. In questo viaggio si entra in un processo creativo rispetto a se stessi, agli altri e all’ambiente.

Il BMC può essere praticato in sessioni di gruppo – con l’esplorazione di un tema specifico, per integrare una parte o una struttura del corpo -, o in sessioni individuali – concentrate su una necessità specifica, o un interesse espresso dalla persona.

Rolfing

Elaborato da Ida Paulina Rolf (1896-1979), ricercatrice in chimica biologica e studiosa, tra l’altro, di terapie complementari, yoga e osteopatia, il Rolfing o Integrazione Strutturale è un processo di consapevolezza corporea mediato dal tocco e dal movimento. Il principio fondamentale del lavoro è l’educazione alla percezione della gravità e all’abbandono progressivo di rigidità e tensioni provenienti da compensazioni e automatismi posturali. Intervenendo sul sistema fasciale, ossia la rete composta dal tessuto connettivo che unisce tutte le strutture interne del corpo (ossa, articolazioni, muscoli, organi), l’operatore invita l’allievo a percepire le connessioni dell’architettura vivente del corpo e a ricercare nelle stimolazioni ambientali le risorse necessarie per dare “senso” ai gesti. È in questo dialogo che può emergere e ricomporsi la tela singolare dello spazio d’azione, nella sua trama di coordinazioni e d’immaginari di movimento.

# Itinerari

Carla Bottiglieri è una ricercatrice indipendente che si occupa di un territorio non meglio identificato ai margini dell’estetica, della clinica e della politica. Dopo una formazione iniziale in danza classica (Scuola di Balletto “Cosi-Stefanescu”, Reggio Emilia), si dedica alla danza contemporanea, studiando e lavorando con Lucia Latour e Michele Di Stefano. Nel 1997 si trasferisce in Francia per approfondire lo studio del movimento e della voce, e svolgere le ricerche per una tesi di laurea in Estetica (“Poesia e danza nell’opera di Paul Valéry”), conseguita presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Salerno. A Parigi prosegue gli studi con un Master in Arts du Spectacle all’Università Paris 8. L’incontro con l’insegnamento di Hubert Godard e il suo approccio all’analisi del movimento la spingono a intraprendere la formazione in due metodi d’educazione somatica, e a conseguire i diplomi di Practitioner in Body-Mind Centering e in Rolfing/Integrazione Strutturale. L’approccio della corporeità attraverso il prisma del gesto le permette di congiungere due dimensioni di ricerca: la lettura critica degli immaginari del corpo operata dalla filosofia delle norme, e l’analisi dei processi di soggettivazione e di empowerment inerenti alle “tecniche del sé”, cui le somatiche possono essere ricondotte una volta sottratte alla sfera esclusiva del benessere e del fitness. Tra il 2008 e il 2012, in collaborazione con associazioni impegnate nella difesa dei diritti delle persone sieropositive, Carla sviluppa un programma di sperimentazione somatica (laboratori collettivi e sessioni individuali), riuscendo a toccare una popolazione particolarmente colpita da situazioni di precarietà e stigmatizzazione. Inquadrato in un dottorato presso il laboratorio “Analisi dei discorsi e delle pratiche del campo coreografico” del Dipartimento Danza dell’Università di Paris 8, il progetto ottiene il finanziamento triennale di SIDACTION, l’organismo nazionale che promuove la ricerca scientifica nel campo dell’AIDS e della sieropositività. Altro terreno d’inchiesta è quello attraversato nel quadro del progetto transnazionale SPARKS (Somatic Practices, Arts and Creativity for Special Needs: www.sparks-project.eu), vincitore del bando europeo GRUNDVIG/LifeLongLearning. Condotto tra il 2013 e il 2015 da un gruppo di colleghi di cinque paesi (Francia, Italia, Slovacchia, Regno Unito, Ungheria), SPARKS segue le sperimentazioni dell’approccio somatico nell’ambito delle disabilità cognitive e motorie, insieme a una rete di associazioni di pazienti e famiglie, e in dialogo con istituzioni socio-sanitarie e professionisti della riabilitazione. In seno a SPARKS, Carla ha curato i contenuti programmatici del progetto, che vertono sul riconoscimento dei saperi informali dei pazienti-esperti, e sulle condizioni dell’integrazione delle risorse somatiche nella rete socio-sanitaria istituzionale. La ricerca e l’insegnamento, dentro e fuori il contesto universitario (Università di Paris 8, Nizza Sophia Antipolis, DOCH Stoccolma, Universidad Mayor Santiago del Cile), l’impegno in comunità formali e informali di cura, si sono intrecciati all’attività coreografica che, nel corso degli anni, e in maniera discontinua, l’ha coinvolta come danzatrice o assistente nelle creazioni di compagnie di danza e di teatro, in Francia, Italia, Irlanda e Svezia (Gaëlle Bourges, Claudia Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio, Frédéric Gies, Kinkaleri, Jools Gilson), e più recentemente accanto alla compagnia teatrale brasiliana degli Ueinzz, gruppo che ha le sue origini in un centro psichiatrico di Sao Paulo. Con gli Ueinzz, Carla ha collaborato al cantiere “transatlantico” di Kafkamachine nel 2011, e alla creazione di “No (self) made man” nel 2015. L’approccio estetico-clinico ed etico-politico della sfera del gesto e della sensibilità si riflette particolarmente nelle collaborazioni con collettivi di artisti e attivisti (nanopolitics, Londra; presque ruines, Parigi), e con il gruppo di ricerca “Soma&Po” (somatiques, esthétiques, politiques) all’interno del dipartimento danza di Paris 8, tra il 2010 e il 2014. Suoi articoli e testi sono apparsi in pubblicazioni francesi, italiane e inglesi. Dal 2016 è tornata a vivere in Italia, a Salerno.

Thomas Greil si è laureato in Teoria e Storia dei Media (Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera) prima di lavorare presso la Virgin Records e come giornalista musicale indipendente. All’inizio degli anni Novanta, spinto da motivazioni personali, comincia le sue ricerche nel campo della medicina complementare e degli approcci alternativi alla cura. Nel 1995 si trasferisce negli Stati Uniti per seguire la formazione di Body-Mind Centering, metodo di educazione e terapia somatica attraverso il movimento, e si diploma come Practitioner e Formatore. Di ritorno in Europa nel 1998, ha co-creato la prima formazione professionale di Body-Mind Centering in Germania, et continua insegnare e coordinare le formazioni di BMC in Germania (moveus.de), in Francia (soma-france.org) e in Italia (lebensnetz.it). La passione per la ricerca su movimento, tocco ed espressione corporea l’ha portato a interessarsi allo sviluppo neuromotorio in età infantile, ai modi in cui gesto e percezione si costruiscono negli ambienti di vita affettivi, sociali, culturali, e all’impatto delle categorie normative di razza, sesso e genere sulle politiche del corpo. Perché fondata su un sapere esperienziale, l’educazione somatica instaura altre modalità di conoscenza e relazione, valorizzando al tempo stesso la comunanza e la differenza nell’individuazione dei gesti e delle forme di vita che questi esprimono. Parallelamente agli studi somatici, Thomas si diploma come Heilpraktiker (abilitazione all’esercizio delle professioni paramediche in Germania) e si dedica in particolare all’accompagnamento di famiglie e bambini in situazioni di handicap. Tra il 2012 e il 2014, collabora con MAIA, scuola sperimentale per bambini e adolescenti autistici, fondata a Parigi da Claire Doyon. È qui che introduce il Body-Mind Centering come terapia complementare, insieme alle pratiche di danza (contact-improvisation) e sportive. Pedagogo riconosciuto, insegna a pubblici diversi: artisti e danzatori (Transform, programma di formazione coreografica diretto da Myriam Gourfink, 2012-2013), educatori specializzati e fisioterapisti (Diploma Universitario “Corpo, movimento e salute”, Universidad Mayor, Santiago del Cile, 2013-2014), e soprattutto gruppi di neonati e genitori. L’osservazione e l’analisi del movimento nei primi mesi di vita sono, infatti, uno dei temi principali del suo lavoro, e prendono forma in sessioni collettive d’interazione e gioco tra adulti e bambini. È tra gli organizzatori e docenti del progetto transnazionale SPARKS (Somatic Practices, Arts and Creativity for Special Needs, 2013-2015). Dal 2016 vive a Salerno, dove con Carla Bottiglieri ha creato minima somatica, nucleo di ricerca e di pratica somatica, che indaga su altre forme di circolazione e di condivisione dei saperi del corpo. Insieme lavorano anche al progetto minimo comune multiplo, che si declina principalmente su due assi d’inchiesta: come piattaforma di confronto tra artisti, attivisti, terapeuti e ricercatori e come costruzione in progress di un luogo permanente d’incontro, di cura e di pratiche collettive per comunità eterogenee.

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/// All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.