Pubblichiamo questa lettera aperta di un docente.
La pubblichiamo per la complessità delle questioni che solleva. Questioni, che vedono punti di vista diversi anche all’interno della comunità che attraversa l’Asilo. Una tematica complessa, su cui riteniamo che non sia importante tanto lo schierarsi, ma il creare spunti di riflessione in questo tempo così difficile dove non bisognerebbe trincerarsi dietro un “noi e un loro” facendo il gioco del divide et impera.
La pluralità, la diversità di opinione è sempre una ricchezza, perché stimola riflessioni, ed è per questo che pubblichiamo questa lettera (qui l’incipit, clicca sul link alla fine per leggere il testo intero).

Carissimi colleghi e carissime colleghe, cari e care studenti, cari collaboratori e cari collaboratrici,
da oggi e per un tempo imprecisato sarò sospeso dall’insegnamento, perché non ho ottemperato all’obbligo vaccinale. Nel salutarvi mi premeva brevissimamente spiegare le mie motivazioni, per tentare di sfuggire all’idiota trappola mediatica pubblica che mi rappresenta – insieme ad altre 35 mila persone sospese – come un docente no-vax.
Innanzitutto, per me, dire No! all’obbligo vaccinale non equivale a contestare il “vaccino” come dispositivo bio-medico, certamente utile per evitare l’ospedalizzazione dei soggetti più fragili.
Piuttosto quello che intendo respingere è l’uso del “vaccino” come dispositivo bio-politico, con il suo corredo di green-pass, super green-pass e non da ultimo con la prevista misura vessatoria di sospensione non solo dal servizio ma anche da qualsiasi forma di indennizzo economico. L’assurdo giuridico e politico sta nel fatto che se avessi preso a calci un allievo o un collega mi avrebbero sospeso, sì, ma con un indennizzo alimentare. Spero che con il tempo la gravità di questo provvedimento emerga in tutta la sua drammaticità.

In secondo luogo, per me dire No! vuol essere anche un modo per denunciare il fatto che è oramai evidente che aver scelto come unica risoluzione alla “pandemia” (che a questo punto sarebbe più corretto definire “sindemia”) la vaccinazione di massa, senza provvedere ad una seria e corretta informazione scientifica e ad una riorganizzazione della sanità pubblica e degli spazi pubblici – come ad esempio le scuole e i trasporti, dove si svolge la vita di milioni di persone per necessità di lavoro e di cura o formazione – ci tiene in una permanente emergenza sanitaria e sociale.
Se solo consideriamo il caso della scuola è palese il fatto che vaccinare tutti e tutte senza, allo stesso tempo, ad esempio, predisporre aule con areazione; attrezzare spazi all’aperto; prevedere un presidio sanitario con la possibilità di monitorare i contagi con periodici test a campione; riconsiderare il numero di alunni e alunne per classe; integrare l’organico con docenti di potenziamento; organizzare una rete di trasporto pubblico dedicata e sicura per gli/le studenti, ecc. ecc., rende difficile se non impossibile una ripresa degna di questo nome. E questo nonostante un anno e più di Didattica a Distanza, che avrebbe dovuto lasciare il tempo per un intervento strutturale. Per me tornare a scuola e vedere quei banchi singoli messi l’uno accanto all’altro, nelle stesse aule di prima, con l’identica composizione delle classi, perché siamo stati messi nelle condizioni di non avere scelta, è una dichiarazione di guerra ai più elementari diritti.

Spero che il mio No!, insieme a quello di tanti e tante altre, permetta di vedere qual è il prezzo democratico delle politiche adottate finora. Non si può pensare di curare il corpo fisico deturpando in tal modo il corpo giuridico e politico. Il mio allontanamento da scuola credo sia palese non avrà alcun impatto sulla sicurezza sanitaria della scuola.
Non so se questa scelta servirà allo scopo. Mi auguro solo che non ci lasceremo disunire in questo momento delicato per la vita democratica del nostro Paese.
Mi mancherà terribilmente quell’esercizio di libertà quotidiana che ogni giorno compiamo a scuola. Mi mancherà la nostra comunità scolastica con la sua umanità e le sue contraddizioni. Mi mancherà il Giardino delle erbe spontanee che in questi mesi ho curato.
Vi abbraccio con affetto e stima
e spero a presto
n.c.