La solidarietà non è un’utopia
L’Asilo, Santa Fede Liberata e Napoli Insieme
aprono le porte ai senza fissa dimora
Di fronte ad una situazione sociale drammatica, che vede migliaia di persone vivere per strada, in una condizione non degna di uno Stato che ha il compito di riconoscere e di garantire i diritti inviolabili dell’uomo, tre realtà di base, l’Asilo, Santa Fede Liberata e l’associazione Napoli Insieme, hanno dato inizio il 15 febbraio 2016 e stanno portando avanti un progetto di solidarietà che prevede l’accoglienza di undici senza fissa dimora, assicurando loro un tetto, una mensa, un cammino di amicizia ed il recupero della dignità sottratta e calpestata.
Il progetto nasce dall’incontro tra spazi culturali e sociali eterogenei, accomunati da una visione affine di un problema grave, troppo spesso affrontato solo come emergenza cui far fronte nei periodi più freddi dell’anno, relegato a questione marginale di un’agenda politica sempre più contaminata dal rigore finanziario e dalle modifiche in chiave neoliberista dell’assetto istituzionale locale. Ci proponiamo allora in primo luogo di abbattere un muro di indifferenza, riportando all’attenzione generale l’evidenza di una condizione esistenziale che ci deve porre tutti di fronte alla responsabilità di quali siano le priorità obbligate per un paese che si dica civile. Il nostro intento è scuotere, creare, attraverso la presa in carico delle istanze di dignità di una parte, seppur minima, di coloro che dimorano le strade di Napoli, le condizioni per una risoluzione condivisa del problema, attraverso l’interazione tra istituzioni, terzo settore, realtà di base, tutti coloro che già operano da anni sul territorio.
Un lungo e capillare lavoro di sensibilizzazione portato avanti da oltre un anno da Napoli Insieme, che ha già portato alla creazione di vari punti di raccolta e distribuzione di vestiario per chiunque ne abbia bisogno; la messa a disposizione da parte della comunità dell’Asilo di tempo e degli spazi fisici idonei a garantire un riparo per la notte; la predisposizione e la gestione da parte di Santa Fede Liberata di una mensa; la cura, infine, usata da parte di tutti hanno restituito senso di comunità ed il piacere reciproco dell’incontro. Il risultato di questa esperienza sta portando alla partecipazione attiva ed all’autogestione dei nostri ospiti nella cura degli spazi che ora si trovano ad abitare. Un’esperienza che produce concreta condivisione tra strati della società e persone molto distanti tra loro, nella convinzione che cultura significhi anche creazione di nuovi strumenti di aggregazione e coesione sociale.
Il progetto in atto rappresenta, quindi, un ulteriore passo avanti verso la costruzione di un nuovo modello di società dal basso basato sulla solidarietà e l’incontro. Non c’è da parte nostra alcuna intenzione di sostituirci alle istituzioni, anzi, c’è la ferma volontà di confrontarci con esse e con la chiesa, la cui azione risulta ampiamente insufficiente, e questo purtroppo è sotto gli occhi di tutti.
In questo senso, coscienti di non avere, nei nostri spazi, le condizioni logistiche in grado di permetterci di portare avanti il progetto ad oltranza, chiediamo espressamente a tutte le istituzioni a ciò deputate di farsi avanti, affrontando il problema prima che si risolva nell’ennesima emergenza.
Sono oltre 4.000, si stima, i senza fissa dimora a Napoli, e non possiamo ricordarcene solo a Natale.
Invitiamo i giornalisti e gli interessati a partecipare alla conferenza stampa che si terrà giovedì 3 marzo alle ore 12 all’Ex Asilo Filangieri di Napoli.