Apertura lunedì 5 marzo ore 18.
Lunedì e giovedì dalle 15 alle 19.
La parola sensibile
Laboratorio di scrittura cinematografica condotto da Sandro Dionisio
“L’arte deve contenere un segreto che non va rivelato”
Antonio Neiwiller
Avere coscienza del mondo significa, per chi scrive, immaginarlo, coniugare, cioè, tracce dell’esperienza empirica con quella “fantastica” per approdare ad una nuova conoscenza. Perché, come dice Robert Bresson, “creare non significa deformare o inventare persone o cose, ma stringere tra persone e cose che esistono, così come esistono, rapporti nuovi”.
L’avere visione risulta dunque, talvolta, più coinvolgente e formativo dello stesso vedere, perché la visione è prossima alla verità, mentre il visibile è spesso menzognero. Lo scopo del corso è portare gli studenti ad una consapevolezza degli strumenti che possono aiutare a raffinare le tecniche di “visione” del reale, in modo da poterlo raccontare attraverso l’invenzione drammaturgica.
In una memorabile lectio magistralis tenuta per gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia negli anni 80 Nikita Michalkov spiegava che il cinema è davvero il più raffinato erede dei trucchi da illusionista, dove ciò che è celato allo sguardo in un contesto che pare del tutto fondato sulla sua evidenza è più forte di qualsiasi messa in scena, un incidente a cui si allude esplode con più forza di qualsiasi rappresentazione nell’immaginazione dello spettatore. Il cinema e la sua tecnica, in fondo, è tutto fondato sulla consapevolezza di questo illusionismo sottile, ma prima viene la tecnica.
Fondamenti del linguaggio cinematografico: l’inquadratura e lo spazio di realtà che si decide di mettere in scena; gli strumenti per farlo
Plasticità del soggetto da rappresentare
Individuazione dei protagonisti della nostra storia
Sintagma. “Il nucleo di una storia davvero efficace sta spesso in non più di cinque righe” (Cesare Zavattini): il punto è insegnare ai cineasti a portare alla luce il cuore del racconto per poi svilupparlo in piena libertà creativa.
Soggetto: individuazione del nucleo narrativo da sviluppare, che sia tratto da un romanzo o da una storia di fantasia.
Cos’è una sinossi e come si scrive correttamente.
Esercizi di libera fabulazione sui plot dei classici del cinema. Raccontare Apocalypse Now in tre righe!
La storia, la sua evoluzione drammaturgica e le tecniche di scrittura per il cinema.
Individuazione degli elementi essenziali del nostro racconto: ciò che non è essenziale è superfluo.
Divisione della storia per scene: la Scaletta, una mappa ferrea per rendere libero il viaggio del racconto.
Scrittura del trattamento diffuso del progetto.
Prima suddivisione in scene, con indicazione di luogo e tempo della storia.
Trattamento: ritmo del racconto e colpi di scena.
Climax ed epilogo: il cinema rende la verità sopportabile dandole nessi logici o, semplicemente, rivelandoli allo sguardo non consapevole.
Sceneggiatura: scrittura per immagini.
La parola sensibile è un laboratorio che, a partire da un sistema integrato di esercizi biodinamici e di libera fabulazione, porta i partecipanti alla consapevolezza dei meccanismi basici di scrittura per immagini ed al loro esercizio libero e consapevole, fino alla eventuale realizzazione di un cortometraggio scritto e interpretato dagli stessi partecipanti. Il corso prevede due incontri settimanali di quattro ore ciascuno per una durata minima di due mesi, e richiede una competenza anche minima dei meccanismi di decodificazione del linguaggio audiovisivo.
Il contributo consigliato, ma non vincolante, è di 80 euro mensili.
Sandro Dionisio, musicista, drammaturgo, sceneggiatore e regista per il cinema e il teatro, è nato a Napoli il 13 giugno 1959; ora docente di cinema presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Si è diplomato in Regia e Sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma nel 1987. Negli anni ’80 voce e anima del gruppo pop Panoramics, si dedica poi ad un intenso apprendistato cinematografico con maestri del calibro di Peppe De Santis, Nanni Loy, Francesco Rosi, Gianni Amelio, Marco Risi, Mario Martone. Svolge attività didattica volta alla formazione professionale per comuni, scuole e università e conduce il laboratorio teatrale Clandestinoteatro.
Per il cinema ha diretto La Volpe a tre Zampe, presentato al Giffoni Film Festival 2003 e in concorso al 54° Berlin International Film Festival del 2004; Un Consiglio a Dio con Vinicio Marchioni, affascinante esperimento di cinema cross over che coniuga teatro documentario e cinema di finzione presentato al Festival Internazionale di Pesaro nel 2012 e premiato al Procida film festival del 2014. Al momento è impegnato nella post-produzione del film Voce ‘e Sirena.
Nell’agosto 2016 per la rassegna Classico Contemporaneo ha debuttato presso il chiostro di San Domenico Maggiore di Napoli la pièce Semenzella con Tina Femiano, Carmen Femiano e Simona Pipolo.
È ormai prossimo il rilancio in sala dell’opera prima del regista, La Volpe a tre Zampe.