APPELLO
ISRAELE DANZA SU TERRA RUBATA
VERSO UNA GIORNATA DI DISSENSO E BOICOTTAGGIO DELLA POLITICA ISRAELIANA DI APARTHEID IN PALESTINA – IN OCCASIONE DELL’APERTURA DEL NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA CON LA “VERTIGO DANCE COMPANY” DI TEL AVIV
6 GIUGNO 2014 | NAPOLI

Boicottare Israele è la via da prendere” denunciano da tempo Roger Waters e Nick Mason, fondatori dei Pink Floyd. E continuano a ribadirlo in un recente appello ai Rolling Stones, invitandoli a respingere l’invito a tenere un concerto a Tel Aviv entro il 2014, perché “suonare in Israele equivale ad essersi esibiti negli anni culminanti dell’apartheid in Sud Africa”. Non sono soli: con Elvis Costello, Stevie Wonder, Annie Lennox, Brian Eno, Ken Loach, Stephen Hawking, Mike Leigh o Desmond Tutu, centinaia di artisti, intellettuali, scienziati ed accademici di vari paesi del mondo hanno raccolto la richiesta della resistenza palestinese di boicottare l’occupazione israeliana e denunciare la feroce politica coloniale di Tel Aviv a Gaza e in Cisgiordania.

ISRAELE DANZA SU TERRA RUBATA, è l’iniziativa nata per contestare la presenza a Napoli del gruppo israeliano “Vertigo Dance Company”, chiamata, con il supporto del governo di Israele e della sua ambasciata a Roma, ad aprire ufficialmente il Napoli Teatro Festival Italia il 6 giugno prossimo. Come già accaduto con le proteste contro la cantante Noah al San Carlo, il dissenso nasce per denunciare le attività delle istituzioni accademiche israeliane (per lo più controllate dallo Stato) e della stragrande maggioranza degli intellettuali ed artisti che sostengono direttamente l’occupazione della Palestina e il sistema di apartheid o li giustificano con il loro silenzio.
Ogni opera, ogni attività acritica degli artisti israeliani così come quella degli artisti stranieri che accettano di esibirsi in Israele sono “sfruttate dalla propaganda di Tel Aviv nel tentativo di abbellire la politica di un regime razzista e ingiusto”, scrive ancora Roger Water. Ed è alla propaganda, alla sofisticata e miliardaria operazione di immagine avviata da Israele per nascondere il lato brutale del suo dominio in Palestina che devono rispondere quanti a Napoli sono impegnati in campo culturale e politico. La città, le sue istanze partecipative e di impegno sociale, devono potersi esprimere sulla realtà drammatica della Palestina, contribuire alla fine dell’occupazione e della diaspora palestinese, opporsi alle politiche guerrafondaie dell’Occidente in Vicino Oriente e alle sue strategie mediatiche. L’impegno di ciascuno è urgente ed indispensabile, prendere la parola ed agire nella quotidianità, locale e internazionale, è già un tentativo di trasformare il mondo.
Il riferimento degli artisti al Sud Africa non è casuale: nel 1985, un folto gruppo di musicisti, tra cui Bob Dylan, Miles Davis, Bruce Springsteen, Herbie Hancock, gli U2, Lou Reed, Ringo Starr, Jackson Browne, Little Steven Van Zandt e Keith Richards, partecipò alla registrazione di Sun City, canzone collettiva contro il regime razzista di Pretoria. Regime, non a caso, sostenuto apertamente da Israele attraverso consiglieri militari e politici.

PER UNA LIBERA PALESTINA
Centro sociale Banchi Nuovi, Comitato BDS Campania, Red Link, Comunità palestinese, Zezi – Gruppo operaio di Pomigliano D’Arco, Zero 81, Bancarotta, Comitato di lotta per la salute mentale, Lab. Occupato SKA, Lab. Politico ISKRA, Lab. Politico La Scintilla, CSOA Spartaco, E Zezi, Gridas, A67, Finti Illimanni, Banda Baleno, L’ Asilo-lavorat/spettacolo e immateriale, Centro Territoriale Mammut, Cobas Scuola Napoli e singoli attivisti

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