mercoledì 17 aprile 2019 ore 20:00
Il treno di Lenin
proiezione del film di Damiano Damiani
Italia, 1988, 90’+90′
con Ben Kingsley, Leslie Caron, Dominique Sanda, Jason Connery, Timothy West
con Ben Kingsley, Leslie Caron, Dominique Sanda, Jason Connery, Timothy West
Uno dei migliori sceneggiati prodotti dalla RAI che racconta un episodio che preparò la Rivoluzione russa.
Nel 1917, in seguito alla rivoluzione di febbraio, la Germania guglielmina attuò un piano – ideato dall’avventuriero Parvus – per dare una svolta alla Prima guerra mondiale: fare rientrare Lenin in Russia per rovesciare il governo provvisorio, diretto da Kerenski, e chiedere un armistizio alla Germania; questo avrebbe permesso alla Germania di svincolarsi dal fronte orientale e concentrare così lo sforzo bellico in occidente e in Italia. Nel marzo di quell’anno il Comando Supremo della Deutsches Heer organizzò, quindi,
un viaggio in treno per rimpatriare un gruppo di bolscevichi dalla Svizzera alla Russia. Fra i passeggeri, oltre a Lenin, sua moglie Nadežda Krupskaja, la sua collaboratrice particolare Inessa Armand e il rivoluzionario Zinoviev.
Lenin, conscio che il tornare in patria grazie alla Germania, lo avrebbe esposto all’accusa di essere un agente del nemico, pretese che il vagone su cui avrebbe viaggiato fosse “piombato”, ossia con porte sigillateper impedire qualsiasi contatto con l’esterno. Il 3 aprile 1917, Lenin arrivò alla stazione di Pietrogrado: la folla enorme che c’era a festeggiarlo non servì, comunque, a dissipare le accuse di “tradimento” che gli erano state rivolte e che divennero più forti quando Lenin ribaltò quella che era la linea politica del partito bolscevico, prona nel sostenere il “democratico governo Kerensky” impegnato in una feroce guerra contro le truppe tedesche. Nasce da qui la bufala di Lenin al soldo del Kaiser. Menzogna “attestata” da documenti rivelatisi clamorosamente falsi e perpetuatasi fino ai nostri giorni .
Nel 1917, in seguito alla rivoluzione di febbraio, la Germania guglielmina attuò un piano – ideato dall’avventuriero Parvus – per dare una svolta alla Prima guerra mondiale: fare rientrare Lenin in Russia per rovesciare il governo provvisorio, diretto da Kerenski, e chiedere un armistizio alla Germania; questo avrebbe permesso alla Germania di svincolarsi dal fronte orientale e concentrare così lo sforzo bellico in occidente e in Italia. Nel marzo di quell’anno il Comando Supremo della Deutsches Heer organizzò, quindi,
un viaggio in treno per rimpatriare un gruppo di bolscevichi dalla Svizzera alla Russia. Fra i passeggeri, oltre a Lenin, sua moglie Nadežda Krupskaja, la sua collaboratrice particolare Inessa Armand e il rivoluzionario Zinoviev.
Lenin, conscio che il tornare in patria grazie alla Germania, lo avrebbe esposto all’accusa di essere un agente del nemico, pretese che il vagone su cui avrebbe viaggiato fosse “piombato”, ossia con porte sigillateper impedire qualsiasi contatto con l’esterno. Il 3 aprile 1917, Lenin arrivò alla stazione di Pietrogrado: la folla enorme che c’era a festeggiarlo non servì, comunque, a dissipare le accuse di “tradimento” che gli erano state rivolte e che divennero più forti quando Lenin ribaltò quella che era la linea politica del partito bolscevico, prona nel sostenere il “democratico governo Kerensky” impegnato in una feroce guerra contro le truppe tedesche. Nasce da qui la bufala di Lenin al soldo del Kaiser. Menzogna “attestata” da documenti rivelatisi clamorosamente falsi e perpetuatasi fino ai nostri giorni .
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