IL TEATRO PINELLI NON È SOLO
Ieri 15 febbraio a Messina, davanti al teatro Pinelli, era in calendario un vero e proprio spettacolo: centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa, scudi, elicotteri e sirene spiegate. Peccato che questa messa in scena molto teatrale sia tanto vera quanto assurda: lo sgombero del teatro e l’accanimento mostrato contro i suoi occupanti sono un atto gravissimo e miope, figlio di un’interpretazione ottusa della legge che stravolge il senso di giustizia.
Non abbiamo visto forze dell’ordine sotto la casa di chi ha lasciato marcire questo immobile nell’incuria per 17 anni, mentre ieri sono arrivati in massa per perseguire lavoratrici e lavoratori che, a viso aperto e con coraggio, hanno restituito alla città un pezzo della sua storia, con lavoro gratutito e spirito di sacrificio.
In una città che vive difficoltà molto simili a quelle della nostra Napoli, sappiamo che questa assurda repressione è un grande favore non solo alle lobby della speculazione, che preferiscono avere un teatro chiuso ed inagibile ad uno aperto e vivo, ma è un grande piacere anche alle forze criminali e mafiose che si alimentano del ricatto della disoccupazione e del deserto sociale. La cooperazione dal basso, l’arte, il reddito e la cultura sono la risposta più efficace e duratura alla lotta quotidiana contro il degrado che uccide le nostre terre martoriate.
Oggi, invece, chi ha raccolto la bandiera di questa battaglia di democrazia e civiltà viene perseguito con un accanimento indegno di chi dovrebbe perseguire ben altri comportamenti: il diritto che reprime ed incarcera i lavoratori è senza diritto, perseguire la cultura e l’arte è degno di un regime.
La nostra solidarietà al presidio che da oggi si terrà davanti alla fiera di Messina è piena, come è grande il nostro abbraccio a tutti gli occupanti del teatro.
Gli abitanti dell’ex Asilo Filangieri