Un popolo che non aiuta e non favorisce il suo teatro, se non è morto, sta morendo.
—Federico García Lorca
Da ormai quattro anni all’Asilo trova spazio un teatro fatto di incontri e cooperazione tra artiste e lavoratori, un teatro che valorizza la fase del processo creativo rispetto al prodotto finito, che dà tempo al pensiero, alla ricerca e alla formazione. Un teatro aperto alla città, che lavora per costruire un pubblico più consapevole ed esigente. In un momento in cui la politica teatrale nazionale favorisce solo chi è in grado di fare grandi numeri, sancendo, con l’ultima riforma del Fondo Unico dello Spettacolo, la morte dei percorsi di ricerca più complessi e profondi e scoraggiando la formazione di nuove compagnie, all’Asilo non vogliamo soccombere a questo sistema. Abbiamo perciò costruito un’officina delle arti dove le compagnie indipendenti possono svolgere il proprio lavoro e ricevere sostegno: vogliamo dare asilo a quel teatro che indaga il contemporaneo, che ha bisogno di tutto il tempo per sperimentare nuovi linguaggi e non può e non vuole sottostare a logiche commerciali. Vogliamo che l’Asilo sia un centro di produzione autogovernato e interdipendente slegato da vincoli quantitativi e da ingerenze politiche, il cui criterio fondante è l’inclusività. Abbiamo perciò offerto a tantissime compagnie un teatro attrezzato, un laboratorio scenografico e una costumeria condivisa.
In questo senso, questa settimana si incrociano tre percorsi significativi, nati in seno al tavolo tematico delle arti sceniche, che si riunisce ogni settimana e attorno al quale si confrontano centinaia di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo.
1) Martedì 15 marzo alle ore 19 apriamo il refettorio a tutte le bambine e i bambini, e non solo, che hanno voglia di avvicinarsi al mondo delle guarattelle, dando loro l’opportunità di incontrare il lavoro di Bruno Leone, uno dei maestri della scena napoletana che da anni si muove tra tradizione e sperimentazione. Lo spettacolo che presenterà all’Asilo è Pulcinella Cuntanapoli, un lavoro che si è avvalso della lezione del maestro Mimmo Cuticchio, e che rappresenta un’evoluzione nel percorso artistico del guarattellaro napoletano.
2) Giovedì 17 marzo alle ore 17, invece, continuano gli Incontri di teatro all’Asilo, un ciclo di conversazioni con gli artisti che si esibiscono sulle scene dei teatri cittadini, dedicate ai percorsi di sperimentazione e alle pratiche teatrali della scena contemporanea. Giovedì incontriamo Fausto Paravidino uno di quegli animali rari, che da anni attraversa, trasversalmente, il panorama italiano (ed europeo) della nuova scrittura: dal cinema, al teatro, alla traduzione di testi drammaturgici.
3) Giovedì 17 marzo ore 21 siamo felici di assistere ad uno di questi lavori che, dopo diversi mesi di prove all’Asilo, va in scena, per la prima volta a Napoli: Pisci ‘e paranza lo spettacolo di Mario De Masi, segnalato speciale al Premio Scenario 2015.
Come sempre, gli appuntamenti sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.
Pisci ‘e paranza all’Asilo 17/3/2016Ieri sera, alla prima dello spettacolo Pisci ‘e paranza, il teatro era pienissimo, il pubblico vivo, emozionato, attento, eterogeneo. Grazie a tutte e tutti, ma sopratutto grazie alla compagnia, a Mario De Masi, Andrea Avagliano, Serena Lauro, Fiorenzo Madonna, Rossella Miscino, Luca Sangiovanni, Gaetano Battista, per aver condiviso con l’Asilo la possibilità di far coesistere, con delicatezza e coraggio, riso e pianto, sacro e profano, vita e morte. Per i criteri neoliberisti dell’attuale riforma teatrale, quello che avete visto ieri sera è un teatro inutile, non può trovare spazio, deve morire soffocato tra le grinfie del dio mercato. #Ilteatrochevogliamo, invece, è un teatro comunitario, realmente popolare, in grado di trasformare una società divisa e competitiva. Lo diceva bene il grande Jean Vilar «il teatro per il popolo, per il popolare, per il lavoratore delle città così come per quello delle periferie più isolate, questo teatro non è altro che una utopia necessaria? Non è che un ideale? Come l’uguaglianza? O la libertà? Nonostante questa visione apparentemente pessimista della nostra impresa, noi non ci siamo mai arresi nel nostro agire di sempre. Noi continuiamo e continueremo».#sipuòfare #andiamoavanti #decidelacittà
Pubblicato da l’Asilo su Venerdì 18 marzo 2016