venerdì 20 gennaio 2017 ore 22:00 – l’Asilo

Geografie del suono #34

Lars Fiil Trio

(Danimarca)

incontra

Marco Messina   Pietro Santangelo

(Italia)

Jazz nell’accezione più ampia per il 34esimo appuntamento con Geografie del suono, ospite il trio del pianista danese Lars Fiil. A interagire con il gruppo, abbiamo invitato Marco Messina – membro storico dei 99 posse e di ELEM –  e Pietro Santangelo – sassofonista degli Slivovitz nonché componente di numerosi progetti come PS3 e Crossroads.

Lis Raabjerg Kruse – sassofono, nay-flute
Lars Fiil – piano
Bjørn Heebøll – batteria
+
Pietro Santangelo – sassofono
Marco Messina – elettronica

Lars Fiil è un pianista danese non ancora trentenne che ha all’attivo un album di debutto con i fiocchi – Reconsideration è stato nominato per il Danish Music Award – con un quartetto vincitore dell’altrettanto prestigioso Young Danish Jazz Comets. Ma Fiil è anche e soprattutto un pianista/compositore di sorprendente maturità e originalità. Nel trio si avvale dell’apporto della sassofonista Lis Kruse (sua partner dall’album di debutto) e da Bjorn Heeboll, giovane batterista già a fianco di Peter Brötzmann, Evan Parker, Chris Speed.
Le composizioni si presentano come strutture aperte, leggere ed aeree, con ampi vuoti non necessariamente da colmare, anzi, utilizzati piuttosto come cassa di risonanza per i movimenti e le idee messe in campo dai tre. Idee che prendono forma in sordina, che si alimentano di piccoli particolari, che si concretizzano con essenzialità, bandendo gli orpelli, instillandosi quasi con casualità nella mente e nel cuore dell’ascoltatore per poi sedimentarvisi inesorabilmente. Non ci sono temi, né progressioni armoniche, né infuocate improvvisazioni ma solamente, si fa per dire, la capacità di trasformare la complessità in semplice e pura bellezza, la continua esplorazione in cristallina melodia lontana dai cliché.
Notevoli il contralto di Kruse – gran controllo delle dinamiche, sonorità algida, fraseggio obliquo – e la batteria di Heeboll – tanto discreta quanto illuminante -, ma è il pianoforte del leader che lascia il segno più profondo. L’approccio allo strumento va nella direzione di prosciugare ogni ridondanza, le note sono distillate con parsimonia, ridotte all’osso e per questo riflettono una molteplicità di significati, il silenzio è fedele compagno di viaggio, le improvvisazioni si sviluppano in una dimensione metafisica, l’astrazione funziona da basilare processo creativo. E i sensi sottoposti ad una sollecitazione continua ed appagante.
Vincenzo Roggero (Allaboutjazz Italia)

Musicista, produttore e sound designer, Marco Messina è membro storico dei 99posse, band con la quale ha all’attivo 6 album per un totale di oltre 500.000 copie vendute. Ha composto musiche per film e documentari che sono stati presentati e premiati in alcuni tra i più importanti festival cinematografici (Torino Film Festival, Berlinale, Festival del cinema di Venezia). Collaborazioni: Pino Daniele, Subsonica, Motel Connection, Meg, Raiz, Alma Megretta, General Levy, Linton Kwesi Johnson, Dennis Bovell, 24 Grana, Solis String Quartet, Danilo Vigorito, Peppe Voltarelli, Roy Pacy, Her, Barbara de Dominicis, Speaker Cenzou, Retina.It, Mirko Signorile, Ringe Ringe Raia, Nino Bruno, Marcello Colasurdo, Costanza. Con Loredana Antonelli e Fabrizio Elvetico condivide ELEM, progetto free form di musica e video in tempo reale nato e sostenuto dall’Asilo.

Pietro Santangelo nasce, vive e suona a Napoli. Come sassofonista e compositore ha all’attivo tre dischi con gli Slivovitz. Polistrumentista da sempre, ha collaborato, tra gli altri, con Enzo Avitabile, Giovanni Imparato, Marzouk Mejri, Daniele Sepe, Salvatore Tranchini, Agostino Mennella, Mimmo Langella, Jenny Sorrenti. E’ laureato in Acustica Digitale presso la facoltà di Fisica della Federico II e in Musica Elettronica al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, con un lavoro su Ritmo Minimalismo ed Elettronica. Nelle composizioni per il conservatorio, viene approfondita da una prospettiva microscopica la dimensione ritmica: le due composizioni (Live Electronics 2009 e 2010) Danze Parziali e The White Room vogliono essere un punto di partenza per una ricerca sonora che tende a fondere le recenti esperienze sperimentali con la strada strumentale e improvvisativa da sempre battuta.
Ama camminare all’aperto. Detesta scrivere biografie.

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