Filmmaking on foot
Il cinema documentario di Werner Herzog
dal 4 dicembre al 18 dicembre
tutti i martedì alle ore 21 all’Ex Asilo Filangieri
martedì 4 dicembre 2012 | ore 21
La grande estasi dell’intagliatore Steiner (Die grosse Ekstase des Bildschnitzers Steiner) – Paese del silenzio e dell’oscurità(Land des Schweigens und der Dunkelheit)
martedì 11 dicembre 2012 | ore 21
Apocalisse nel deserto (Lektionen in Finsternis) – Fata Morgana
martedì 18 dicembre 2012 | ore 21
Encounters at the End of the World (Incontri alla fine del mondo)
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l’ingresso è libero, la sottoscrizione gradita
L’Ex Asilo Filangieri si trova in vico Giuseppe Maffei 4 (via San Gregorio Armeno) Napoli
“Sono sempre stato convinto che l’unica alternativa al filmmaking sia cucinare. Ognuno dovrebbe dedicarsi a cucinare una cena importante almeno una volta al mese. Ma forse c’è una terza strada, ed è quella dell’andare a piedi. È un modo di vivere differente, che è scomparso dal nostro mondo, e che io ho praticato molto. Nella mia vita ho portato a compimento molte cose a piedi (il viaggio per l’amica Lotte Eisner da Monaco a Parigi). E si può dire che i miei film siano tutti stati realizzati a piedi (meine Filme sind alle Filme die zu Fuss gemacht sind). Da bambino avrei voluto percorrere il confine della Germania partedo da casa mia. Pensavo che sarei arrivato di nuovo al punto di partenza, e che avrebbe significato in qualche modo riunire la Germania”.
Herzog, Nuovo Cinema Tedesco, Cinéma Verité
Werner Herzog ha prodotto, scritto e diretto più di cinquanta film. È con lui ed altri autori di cinema –Fassbinder, von Trotta, Wenders– che negli anni Sessanta nasce il Neuer Deutscher Film, il Nuovo Cinema Tedesco. Ringraziando Lotte Eisner, critica cinematografica tedesca e moglie del fondatore della Cinémathèque française Henri Langlois, figura intorno alla quale le nuove istanze per un cinema tedesco si fecero dapprima sentire, Herzog dichiara: “sentivo che non poteva più esistere una cultura tedesca legittima. Non solo al cinema, ma in qualsiasi forma. Siamo una generazione senza padri. Il Terzo Reich ha spezzato la continuità nella produzione cinematografica tedesca, ha creato un vuoto spaventoso. Avremmo poi capito, perché Lotte ce lo ha indicato, che c’era una grande tradizione, che c’era stato il grande cinema espressionista degli anni Venti. È da lì che bisognava ripartire”. Nosferatu, del 1978, è un omaggio diretto a Murnau. Ma il percorso di Herzog resta solitario, singolare, non imitato e inimitabile, distante da tutti i cineasti della sua generazione. La sua attività è divisa tra il cinema di finzione e il documentario, due modi complementari di esplorare il reale e di rappresentare la verità. “Il Cinéma Vérité confonde i fatti con la verità, quindi ara solo pietre (…). Il fatto crea regole e la verità illuminazione. Al cinema ci sono livelli più profondi di verità e c’è una sorta di verità poetica, estatica. È misteriosa e sfuggente e può essere raggiunta solo attraverso l’invenzione e l’immaginazione e la stilizzazione.” Sono parole della Dichiarazione del Minnesota (1999), un documento in cui Herzog chiarisce la sua particolarissima posizione sulla rappresentabilità della verità al cinema. Il lavoro del filmmaker sulla verità è una ricerca di documentazione e di finzione insieme: la verità deve essere rintracciata, stimolata, intensificata. Molti dei risultati sono sorprendenti e superano le distinzioni di genere cinematografico: The Wild Blue Yonder (L’ignoto spazio profondo, 2005) è un documentario su un fatto di finzione: la visita di un alieno alla terra durante la fine della nostra civiltà. Film come Aguirre (1972) o Fitzcarraldo (1982) sono finzioni nate da alcuni episodi reali, ricostruiti ma lasciati liberi e liberamente documentati nel loro accadere. C’è però ancora una componente, una linea di ricerca che aggiunge verità alla rappresentazione, ed è quella dell’immagine, del dato puramente formale all’interno di quella che Herzog chiama una nuova grammatica dell’immagine. Il carattere lirico o fantastico di molte immagini documentarie fa quindi parte della stessa ricerca di verità. È la verità che non abita nei fatti, ma nelle pieghe dell’immagine stessa. “È quella che chiamo l’estasi della verità”.
1980, Werner Herzog Eats His Shoe. Herzog mangia una scarpa come incoraggiamento al filmmaking.
“Ho detto che avrei mangiato la mia scarpa se lui avesse finito il film”. Lui è il documentarista americano Errol Morris, che finalmente presenta la sua opera prima Gates of Heaven (1978). “Dove abbia preso i soldi per realizzare il film? È ancora un mistero: li ha presi in prestito ovunque, li ha rubati. Non so come abbia fatto ma è questo il modo, se volete fare un film è questo il modo per farlo: rubate le macchine da presa, fatelo e basta. I soldi non fanno i film”. “Mangiare una scarpa è un segnale forse stupido ma ne è valsa la pena e ogni tanto tutti dovrebbero essere stupidi abbastanza da fare cose del genere. Più scarpe! Più stivali! Più aglio!”
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martedì 4 dicembre 2012 | ore 21
Die grosse Ekstase des Bildschnitzers Steiner
La grande estasi dell’intagliatore Steiner
regia di Werner Herzog
anno di produzione 1974 (Germania Ovest)
durata 47 minuti
Voli e cadute, un uomo si prepara a volare verso il baratro. Soltanto chi cade ha la capacità di rialzarsi, soltanto chi è caduto vuole tornare a volare sempre più in alto. Questo è l’intenso racconto di Werner Herzog su uno dei più grandi saltatori svizzeri: Walter Steiner, medaglia d’oro al mondiale di volo con gli sci nel 1972 a Planica in Slovenia e nel 1977 a Vikersund in Norvegia. Il suo record mondiale di 179 metri restò imbattuto per cinque anni.
La figura di Steiner è presentata anche attraverso un’altra sua passione, quella dell’intagliatore. Il ragazzo, in abiti da artigiano, mostra le proprie sculture ricavate dal legno e spiega l’origine delle sue creazioni. Il ritratto di Steiner si conclude con il racconto che lui stesso fa della sua amicizia con un corvo che accudì fin da molto piccolo.
Herzog non si limita a fare da narratore, ma entra in scena microfono alla mano, secondo un canone documentaristico che si confà più ad un giornalista che non ad un autore cinematografico. Questa scelta segue e sottolinea il coinvolgimento emotivo del regista, che da bambino aveva sognato di praticare questo sport e aveva sempre guardato a Steiner come ad un modello di vita: “jemand wie ihr zu sein, ist bis heute noch meine Traum” – “il mio sogno è ancora oggi essere come lui”.
Gran Premio al Festival del film sportivo di Oberhausen (1975)
Land des Schweigens und der Dunkelheit
Paese del silenzio e dell’oscurità
regia di Werner Herzog
anno di produzione 1971 (Germania Ovest)
durata 85 minuti
Il film è un documentario incentrato sulla vita dei sordociechi, girato prevalentemente in Baviera, e che vede come figura centrale una donna matura, divenuta sordocieca a seguito di un grave trauma infantile.
La Signora Straubinger è stata nominata dalla lega per i ciechi di occuparsi della situazione e dei problemi dei sordociechi in Baviera. A differenza della maggior parte dei sordociechi che sono tali dalla nascita, lei è in grado di parlare e descrivere il suo stato. Dunque, è a tutti gli effetti una sorta di interprete che può aiutare gli altri a comprendere un mondo sconosciuto.
Le riprese furono effettuate fra l’ottobre 1970 e il gennaio 1971 tra Monaco, Hannover, la Baviera, e la Bassa Sassonia. Questo documentario “umanistico”, può essere considerato una fonte, un archivio di immagini e di tematiche delle quali il regista bavarese farà tesoro. Come spesso accade nei lavori che Herzog realizza da documentarista, molte delle realtà con le quali viene a contatto, che siano persone o situazioni, forniranno poi lo spunto per i film di finzione. Se è vero che nei documentari la verità è portata ad uno stato di intensificazione, ovvero che le tracce di reale sono potenziate attraverso il lavoro di finzione, è anche vero che nei suoi film a sceneggiatura si assiste spesso alla messa in scena di un fatto realmente accaduto (Aguirre, 1972; Fitzcarraldo, 1982).
Fu presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del 25º Festival di Cannes. Miglior film Interfilm Award al Mannheim-Heidelberg International Filmfestival 1971
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martedì 11 dicembre 2012 | ore 21
Lektionen in Finsternis
Apocalisse nel deserto
regia di Werner Herzog
anno di produzione 1992 (Kuwait)
durata 52 minuti
L’Iraq di Saddam Hussein invade il Kuwait il 2 agosto 1990. In poco meno di due mesi l’armata irachena è ricacciata indietro dagli Stati Uniti di Bush sotto l’egida dell’ONU: è quella che prenderà il nome di Prima Guerra del Golfo. Durante la ritirata gli iracheni incendiano e distruggono i pozzi di petrolio nel deserto del Kuwait.
« Il crollo delle galassie avverrà con la stessa, grandiosa bellezza della creazione »
Introdotto da una frase attribuita arbitrariamente a Pascal, il film si struttura in tredici brevi capitoli, in cui le immagini sono commentate da una voce fuori campo.
Le immagini del deserto, della distruzione, del petrolio incendiato scorrono lente insieme a quelle del lavorìo delle squadre specializzate impegnate a spegnere i fuochi e ad arginare la catastrofe. I lavoratori vengono chiamati da Herzog “creature”, a testimoniare il distacco dell’osservatore che documenta ciò che vede, come se venisse da un altro mondo.
Fata Morgana
regia di Werner Herzog
anno di produzione 1970 (Deserto del Sahara)
durata 79 minuti
« E sotto l’arco del firmamento si stendeva immobile il mare »
(cit. dal Popol Vuh nel film)
Privo di una vera e propria trama, il film è il risultato del montaggio di sequenze filmate supportate da commenti che non seguono un ordine consequenziale immediatamente leggibile. Le riprese, effettuate tra il 1968 e il 1969 in Africa, nel deserto del Sahara, inseguono il fenomeno sfuggente dei miraggi, ai quali il titolo allude.
Come per molti dei lavori di Herzog, il film nasconde (o esibisce) una realizzazione movimentata, difficile, a volte estrema. A novembre del 1968 il regista e il suo operatore girarono in Kenia e Tanzania. Quindi in Uganda vennero arrestati per breve tempo. Dal maggio a settembre 1969 girarono nel Sahara algerino, in Nigeria, Alto Volta, Mali e Costa d’avorio. Fu il periodo più ostile, delle tempeste di sabbia e dei “miraggi”. In Camerun vennero fermati per errore e nuovamente rinchiusi per breve tempo in una prigione comune. A dicembre del ’69, a Lanzarote (Isole Canarie), sono portate a termine le ultime riprese.
Herzog ha svelato che l’idea iniziale di questo film era quella di un’opera di fantascienza concepita come un documentario realizzato dagli alieni su una civiltà in via di estinzione. Fata Morgana si colloca in un genere inclassificabile, a metà tra l’immagine documentata e quella costruita.
Il film è stato presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes (1971)
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martedì 18 dicembre 2012 | ore 21
Encounters at the End of the World
Incontri alla fine del mondo
regia di Werner Herzog
anno di produzione 2007 (Antartide)
durata 99 minuti
Dove finisce il mondo e cosa c’è oltre quel confine? Là dove sembra impossibile vivere, l’uomo, l’esploratore, arriva e crea un rifugio dove poter continuare a pensare di andare oltre.
Encounters at the End of the World è un film documentario del 2007 scritto, diretto e narrato da Werner Herzog. In Antartide, accompagnato dal cameraman Peter Zeitlinger, il regista ha documentato la vita nella stazione McMurdo sull’isola di Ross e dintorni. All’inizio del film Herzog afferma di averlo voluto realizzare perché era rimasto estremamente affascinato dalle riprese subacquee realizzate sotto i ghiacci antartici dal suo amico Henry Kaiser, che aveva poi inserito nel film L’ignoto spazio profondo.
Nessuno oltre a Herzog e a Zeitlinger ha preso parte alla realizzazione del film. I due sono partiti per l’Antartide senza la possibilità di programmare alcuna ripresa, né di esaminare i luoghi, o di intervistare le persone che sarebbero apparse nel film. Tutto fu realizzato in poche settimane e in buona parte concepito al momento stesso della realizzazione.
Candidato al premio Oscar come miglor documentario nel 2009. Miglior documentario all’Edinburgh International Film Festival.
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l’ingresso è libero, la sottoscrizione gradita
All’Ex Asilo Filangieri i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. E’ gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere delle spese minime e a dotare gli spazi dell’Ex Asilo Filangieri dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale per produrre arte e cultura.