DA OGGETTO A SOGGETTO
laboratorio teatrale liberamente
innestato su Amleto di W. Shakespeare
condotto dalla compagnia InBalìa //
Marco Cacciola, Michelangelo Dalisi, Francesco Villano
10 – 15 dicembre 2012 //
Ex Asilo Filangieri
Un progetto che concilia formazione, ricerca poetica e coscienza politica.
Un cammino che fisicamente si dispiega lungo tutto il territorio nazionale, che attraversa come in pellegrinaggio la rete degli spazi d’arte liberati.
Un unico grande progetto a cui ognuno contribuisce con quello che è, che può, che vuole.
Un tempo protetto, di formazione e di ricerca. Per accostare la funzione e dimensione sociale del grande teatro alla potenza narrativa della ricerca di linguaggi. Per far convivere l’aspetto formativo con il senso più sincero e profondo del fare teatro.
Un incontro per essere, giocare, mescolare, creare, moltiplicare, azzardare.
Perché cercare di essere interessanti e non unici? Perché cercare di essere indipendenti e non liberi?
COME
Il laboratorio è un percorso intensivo di circa 40 ore, articolate su 6 giorni con un impegno di circa 7 ore al giorno. Il lavoro di ricerca sarà costruito su due modalità: il cammino del singolo e l’incontro del collettivo.
La partecipazione e il coinvolgimento passano infatti da tre livelli:
partecipanti > un gruppo definito e sempre presente, che permetta sia il lavoro individuale che d’insieme;
uditori > in numero illimitato, con la libertà di seguire alcune ore al giorno e, volendo, interagire;
cittadini > potenzialmente l’intera città, libera di partecipare alla presentazione dell’esito.
A tutti i livelli intendiamo far scoprire, e ri/scoprire noi stessi, cosa significhi varcare quella soglia, entrare in quel luogo della sperimentazione e in quello spazio fisico, alla ricerca di una consapevolezza politica oltre che poetica. Di un atto di responsabilità.
Ogni laboratorio sarà indipendente dagli altri, progettato, proposto e realizzato per il luogo in cui si svolgerà, in collaborazione con la realtà in cui avviene, in modo da farsi contagiare e renderlo unico. Tutti i laboratori saranno connessi tra loro in una visione ampia, territoriale e nazionale. Unico principio ispiratore: attraversare lo spazio, vivendolo in una nuova prospettiva attraverso la suggestione e le emozioni offerte dal modo in cui si farà teatro.
Sarà il punto di confronto concreto del progetto e alternerà momenti individuali e corali, poiché è sulla potenzialità di ognuno che si regge la reale forza del gruppo.
COSA
Shakespeare scrive il suo dramma più famoso in un momento di smottamento di tutte le certezze che, fino al XVII secolo, hanno guidato l’uomo. La scoperta di nuove terre, la riforma protestante, la rivoluzione copernicana: le regole non valgono più, l’ordine gerarchico salta. The world is out of joint! Il mondo è fuori di sesto, dice Amleto.
Egli incarna perfettamente il travaglio della crisi di conoscenza contemporanea. La sua coscienza tragica nasce da una percezione: il mondo, simbolo di ciò che si esplora con ragione e sensi, con mente e corpo, non ha più credibilità né un senso che sia umanamente comprensibile. Il suo mondo si divide: ciò che è e ciò che non è. Di fronte a quest’implosione, anche la coscienza si divide: l’uomo d’analisi si perde di fronte all’uomo d’azione. In questo spaesamento si sono rispecchiati artisti e pensatori di ogni tempo.
Scrive l’umanista inglese William Hazlitt: “Siamo noi ad essere Amleto. […] La sua passione dominante è quella di pensare, non di agire.“ Questa è la provocazione iniziale. Una domanda sul valore dell’Arte nella società, nella politica. Amleto sospende l’azione mentre s’interroga sul senso più profondo della vita e della morte. Rimane solo. E non fa.
E se fossimo noi ad agire al posto suo? Se lo togliessimo dal dramma, letteralmente, per consegnarlo a ogni altro personaggio? Cosa accade quando il personaggio più ingombrante e statico della storia del teatro scompare, lasciando agli altri la possibilità di portare in sé un po’ di Amleto? Il riferimento alle esperienze di autodeterminazione di questi ultimi anni in molte città italiane non è casuale.
CHI/QUANDO/COME PARTECIPARE
Rivolto ad attori, danzatori, collaudatori, aspiranti, simpatizzanti, pubblico, uditori, autori, lettori e chiunque abbia nell’animo di volersi mettere in gioco, giocando con il testo che più di ogni altro parla degli uomini e della loro umanità e con i luoghi in cui si sta cercando di ricostruirla.
A guidarli “InBalìa, Compagnia Instabile”, Marco Cacciola, Michelangelo Dalisi, Francesco Villano.
lunedì 10/12 15-21
martedì 11/12 10,00-18,00
mercoledì 12/12 10-16 (ore 21 spettacolo “Piccoli Pezzi” con Cacciola/Mascino/Villano)
giovedì 13/12 10-18 (+ djset Di Dalisi)
venerdì 14/12 10-17
sabato 15/12 14-20 (+ presentazione aperta alla città)
Inviare la richiesta di partecipazione a laboratori.exasilo@gmail.com, con una breve presentazione di sé e del perché si è interessati a questo percorso, in poche parole e senza cercare di essere originali a tutti i costi, specificando due personaggi dell’opera che si vorrebbero indagare (escludendo Amleto, ovviamente).
Ai partecipanti (max 15 persone) si richiede di
> leggere tutto il testo, si consiglia la traduzione di Alessandro Serpieri, edizioni Marsilio.
> imparare a memoria il monologo “Essere, o non essere”, atto III scena I, trad. di A. Serpieri.
> versare una quota di complicità di 1 euro all’ora + una quota per l’assicurazione, per un totale di 50 euro per l’intero laboratorio, che andranno allo spazio per coprire i costi artistici, abbattere delle spese minime e dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale per produrre arte e cultura. Il contributo non è vincolante.
PER INFO E ISCRIZIONI laboratori.exasilo@gmail.com
OGGETTO > SOGGETTO è un ciclo di laboratori attraverso gli spazi d’arte liberati d’Italia: prima di attraversare l’Ex Asilo Filangieri è stato a Macao (Milano) dal 26 al 29 novembre, al Teatro Garibaldi Aperto (Palermo) dal 3 all’8 dicembre; dopo sarà al Nuovo Cinema Palazzo.
°°°
InBalìa nasce nel 2010, quando Marco Cacciola, Michelangelo Dalisi e Francesco Villano decidono, dopo anni di esperienze e collaborazioni con altri registi, di costituire una “Compagnia Instabile”. Insieme a Petra Trombini (responsabile tecnico) e Debora Meggiolaro (organizzazione), condividono poetiche e percorsi diversi, ma anche la stessa volontà autorale, assumendosene la responsabilità in prima persona. Una forma di neo battesimo artistico quindi, che li impegnerà non solo in scena, ma alternativamente anche nella regia e nella formazione, nel solco di una ricerca continua, per mescolare i segni viventi della loro pratica teatrale.
Marco Cacciola
Nel 1999 si diploma all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, lo stesso anno vince il premio come miglior attore alla VI Rassegna Nazionale delle Accademie e Scuole di Teatro. Studia poi con Danio Manfredini, Peter Clough, Bruce Myers, Sotigui Kouyaté. Come attore lavora da 10 anni con Antonio Latella e inoltre con Guido De Monticelli, Bruno Fornasari, Andrée Ruth Shammah, Stefano Tomassini, Elio De Capitani, Ferdinando Bruni, Corrado Accordino, Sergio Fantoni, Ottavia Piccolo, Claudio Autelli, Giorgio Albertazzi. Da due anni vive e lavora tra Italia e Germania. Firma due spettacoli come regista e uno come autore. Con “disfandoMacbeth” vince il premio “Girulà Teatro” a Napoli. Nel 2010 fonda InBalìa Compagnia Instabile insieme a Michelangelo Dalisi, Francesco Villano, Petra Trombini e Debora Meggiolaro.
Michelangelo Dalisi
Inizia la sua formazione di attore al Teatro Bardefé di Napoli, diretto da Umberto Serra. Da 10 anni è nella compagnia di Arturo Cirillo. Ha lavorato inoltre con Leo de Berardinis, Antonio Latella, Pierpaolo Sepe, Renato Carpentieri, Guido de Monticelli, Marco Plini, Patrick Palmero, Michiel Soete, e seguìto laboratori con Danio Manfredini, Francesca Della Monica, Raffaella Giordano, Alfonso Santagata, Nienke Reehorst (della compagnia Ultima Vez di Wim Vandekeybus). Al cinema lavora con Francesco Patierno, Paolo Sorrentino, Mario Martone, Nina di Majo, Paola Randi. Con Monica Nappo e Marco Messina (99 Posse) incide il disco “Kyò”, di poesia e musica elettronica. Nel 2006 vince il premio “Tuttoteatro.com – Dante Cappelletti” con il progetto “Primo clown, secondo clown, Amleto”, da cui poi nasce “Per Amleto”, spettacolo di cui firma la regia e che debutta al prologo del Napoli Teatro Festival.
Francesco Villano
Inizia il suo percorso artistico nel 1990 studiando danza contemporanea con Gloria Pomardi a Roma. Nel 2000 si diploma all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma seguendo l’insegnamento di Marisa Fabbri e Lorenzo Salveti. Nel 2002 partecipa all’Ecole des Maitres guidato da Denis Marleau e Jan Fabre. Lavora continuativamente in teatro e nella danza con Josè Sinisterra, Claudio Autelli, Davide Iodice, Emma Dante, Pierpaolo Sepe, Giancarlo Cobelli, Luciano Colavero, Caterina Inesi, Burghard Duhm, Alessandro Fabrizi, Massimo Di Michele. Partecipa a progetti di teatro sociale con l’Ass. Ygramul di Roma, e performance multimediali con la Bauhaus di Dessau. Vince con lo spettacolo Per Amleto di Michelangelo Dalisi il Premio Dante Cappelletti 2007, e con lo spettacolo Otello di C. Autelli il premio Nuove Creatività E.T.I. 2009.