Forum, l’ex Asilo Filangieri risponde
al «grande evento» col «Grande vento»

In una nota i lavoratori dell’immateriale chiedono che l’investimento dei 16 milioni di euro previsti per la kermesse siano destinati ai settore della cultura cittadina

l’articolo è qui http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2013/18-novembre-2013/forum-ex-asilo-filangieri-risponde-grande-evento-col-grande-vento-2223662732491.shtml

di Natascia Festa

NAPOLI – Al San Carlo parte il carrozzone del Forum delle Culture, a vico Maffei, gli abitanti dell’ex Asilo Filangieri rispondono al «grande evento» istituzionale con il «Grande vento», una tre giorni dell’arte indipendente che si terrà il 27-28-29 dicembre, per la quale hanno anche un video.
Intanto nella sezione «Diario di bordo» i lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale pubblicano una nota polemica nei confronti del Forum, che non riconoscono e del quale abitano la sede da 12 mesi.

«16 MILIONI DI MOTIVI PER DIRE NO» – La nota fa una comparazione tra la concentrazione di finanziamenti al Forum e la totale assenza di fondi per tutti gli altri settori della vita culturale della città. «Arriva la conferma – scrivono – delle voci che nei giorni scorsi annunciavano il via al Forum delle Culture con uno stanziamento di 16 milioni di euro dal PAC (Piano di azione e coesione). Contemporaneamente si apprende che la Regione Campania nel bilancio 2013 starebbe infliggendo il colpo di grazia all’industria dello spettacolo campana facendo un’altra drastica riduzione delle risorse, e ancora che il Teatro Mercadante, dopo due anonime stagioni all’insegna di ricchissime e fallimentari produzioni commissionate dal direttore artistico a se stesso, è prossimo alla chiusura per mancanza di fondi lasciando insolute le compagnie ospitate in questi anni; a questo si aggiungono le insolvenze della Fondazione Campania dei Festival a lavoratori e imprese per il Napoli Teatro Festival; quelle del Comune di Napoli che non paga dal 2007 e che continua a pubblicare bandi per manifestazioni culturali in cui non è previsto compenso; e ancora i mancati finanziamenti per l’Istituto Italiano per gli studi filosofici e il trasferimento della sua biblioteca in un capannone a Casoria, l’orario di accoglienza della BRAU ridotto ormai a pochissime ore al giorno, e potremmo continuare».

LA SCHIZOFRENIA DEGLI INVESTIMENTI – E la nota continua: «La domanda è: Napoli ha realmente bisogno di un forum delle culture che, senza alcun criterio, deve inesorabilmente spendere alla meno peggio 16 milioni di euro di denaro pubblico in soli 101 giorni, quando tutto il settore che si occupa della crescita culturale ordinaria di questa città – dai teatri, agli istituti di cultura, alle imprese, ai musei – soffre della mancanza di fondi ed è prossimo al collasso proprio a causa dei tagli e dell’insolvenza degli enti pubblici? Non è più il tempo di tollerare simili schizofrenie e paradossi. L’approssimazione e la mancanza di progettualità come in passato faranno disperdere queste risorse senza lasciare nulla in città e senza portare reali e più duraturi benefici a tutto il comparto culturale. Non solo diciamo no al forum ma pretendiamo che con questi 16 milioni di euro vengano fatti investimenti a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutta l’attività ordinaria in profonda crisi, attraverso una gestione ed una destinazione dei fondi, condivisa con chi quotidianamente della cultura e dell’arte si occupa».

«TROVARE LE PRIORITA’ PER INVESTIRE» – «In questo anno è emerso chiaramente il bisogno della città di vivere spazi dedicati alla cultura per 365 giorni all’anno, condividendone in maniera attiva e senza interferenze politiche la gestione e la programmazione delle attività. Su queste basi riteniamo necessario cominciare a sperimentare un audit pubblico, come forma diretta di confronto sulle esigenze reali, per avanzare proposte concrete e inderogabili a cui le pubbliche amministrazioni non possono sottrarsi: cominciamo dal comprendere insieme quali sono priorità e metodi per investire questo denaro pubblico. Dopo gli spazi è arrivato il momento delle risorse. Riappropriamocene!»