L’assemblea convocata ieri nel refettorio dell’ex Asilo Filangieri in seguito al sequestro giudiziario del terzo piano è stata ricca di interventi e partecipata da più di trecento persone. Nel corso della stessa, oltre alla larga solidarietà intorno alla vicenda pretestuosa dell’apposizione dei sigilli, è emersa con chiarezza la volontà di mobilitarsi per ripristinare pienamente la fruibilità dell’ex Asilo, per ridare alle lavoratici e ai lavoratori i mezzi produttivi sottratti e aprire una vertenza politica di carattere generale sulla questione della svendita del patrimonio pubblico e dei beni pubblici, conseguenza delle politiche di austerity che coinvolgono l’Europa intera.
Al tempo stesso sono emerse le contraddizioni di una Giunta che, seppure inserisce i “beni comuni” nel suo Statuto, di fatto è incapace di sostenere quelle esperienze che danno sostanza ai processi politici che permettono agli stessi beni comuni di emergere e diventare prassi. Prassi che ha prodotto, in dieci mesi di autogestione dell’ex Asilo Filangieri, un regolamento condiviso di uso civico. Il regolamento è il frutto di una prassi democratica radicale in cui una collettività aperta plurale ed eterogenea ha gestito in modo inclusivo un bene divenuto di fatto un “bene comune”, aprendolo a tutta la cittadinanza.
Nel corso dell’assemblea è stata resa nota dal delegato comunale dell’assessorato alla partecipazione e ai beni comuni, la convocazione di un tavolo negoziale (per giunta ripresa in data odierna dalla stampa) sulla vicenda complessiva dell’ex-Asilo Filangieri. La comunità di riferimento dei lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale ritiene di non voler né poter partecipare ad ulteriori tavoli, consulte, discussioni etc. finché la struttura è di fatto sottratta alla città.
In questi giorni le attività politiche e culturali dell’ex Asilo proseguiranno sia negli altri locali del palazzo, sia in città, cercando di coinvolgere lavoratrici e lavoratori, precari/e, studentesse e studenti attorno alla battaglia di riconquista e riappropriazione delle risorse e degli spazi negati. Sul finire dell’assemblea ci è stato comunicato che qualcuno isolatamente ha rimosso i sigilli. Per quanto ci riguarda questo gesto non cambia niente: la rimozione materiale di un foglio non muta la situazione. Questa mattina, infatti, i sigilli sono stati rimessi dall’autorità giudiziaria.
La nostra battaglia va non solo nella rimozione, frutto di un percorso collettivo, di qualsiasi “sigillo” che preclude spazi e risorse, ma nella più generale difesa e riappropriazione di spazi e risorse negati.