venerdì 4 marzo ore 17 – l’Asilo
Assemblea Pubblica
indetta dalla Rete contro la guerra e il militarismo – Campania
Le nuove aggressioni e le escalation militari a rischio terza guerra mondiale
Nonostante il cosiddetto accordo di Monaco tra le grandi potenze per un cessate il fuoco, in Siria ed in tutta l’area si continua a combattere con migliaia di vittime e di profughi che fuggono dalla guerra. Una guerra che, prima con la scusa della difesa dei ribelli e poi della lotta al terrorismo, Stati Uniti, Europa ed i loro alleati mediorientali hanno attizzato ed alimentato con l’obiettivo di eliminare Assad e spartirsi la Siria. Un piano che oggi, con la scesa in campo della Russia a fianco dell’esercito siriano, si sta trasformando in uno scontro armato tra le grandi potenze. Per il momento combattuto per procura da parte degli occidentali, ma che rischia pericolosamente di trasformarsi in uno scontro diretto aprendo, di fatto, la possibilità di un conflitto ben più ampio.
Con la scusa della lotta al terrorismo e con la necessità di stabilizzare il paese per fermare le partenze degli immigrati, le potenze occidentali stanno scaldando i motori per un nuovo intervento militare in Libia. Forze speciali sono già sul posto per preparare l’arrivo di un contingente di oltre 6000 militari europei (italiani compresi) e statunitensi. L’Italia, che ha già inviato 4 cacciabombardieri AMX presso la base di Trapani Birgi in Sicilia, si candida a guidare questa nuova missione militare. Italiano è, intanto, l’attuale comando della seconda fase (operazione Sophia) di Eunavfor Med, una missione militare europea contro trafficanti e scafisti ideata per consentire l’intervento delle forze militari europee nelle acque e sul suolo libico.
A rafforzare questa e le altre operazioni militari in atto, tra l’Egeo e il Canale di Sicilia contro l’esodo dei migranti è scesa in campo anche la NATO che ha schierato 5 navi più aerei Radar Awacs. Come sostenuto dal segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, il ruolo delle sue navi e aerei non servirà a salvare i migranti in difficoltà ma a pattugliare una più ampia porzione di mare ed a sorvegliare il confine turco-siriano.
Facciamo sentire la nostra voce contro queste nuove aggressioni e schieriamoci contro tutti i muri e per l’accoglienza dei profughi e degli immigrati la cui unica colpa è quella di non voler morire di fame o sotto le bombe lanciate dai nostri governi.
Partecipiamo alla manifestazione contro il razzismo e la guerra che si terrà a Napoli martedì 1 marzo
Rete contro la guerra e il militarismo – Campania
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