A GOOD FILM IS A FREE FILM  
il cinema di John Cassavetes

dal 23 ottobre al 27 novembre
tutti i martedì alle ore 21  all’Ex Asilo Filangieri

martedì 23 ottobre 2012 | ore 21
The Killing of a Chinese Bookie (L’assassinio di un allibratore cinese)

martedì 30 ottobre 2012 | ore 21
Faces (Volti)

martedì 6 novembre 2012 | ore 21
A Woman Under the Influence (Una Moglie)

martedì 13 novembre 2012 | ore 21
Minnie & Moskowitz

martedì 20 novembre 2012 | ore 21
Gloria (Gloria – una notte d’estate)

martedì 27 novembre 2012 | ore 21
Opening Night (La sera della prima)

l’ingresso è libero, la sottoscrizione gradita

L’Ex Asilo Filangieri si trova in vico Giuseppe Maffei 4 (via San Gregorio Armeno) Napoli
Come arrivare all’Asilo

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a good film is a free film. we made it first to like it ourselves.

Molte cose si possono fare nell’America di oggi. È un giovane Cassavetes che parla, quello che a Hollywood ha finalmente trovato il modo di tornare a girare, dopo anni, un suo film indipendente (Faces, 1959). Ma oggi tutte le cose hanno un costo e tutte funzionano a credito, continua. Puoi comprare una casa a credito, comprare una macchina, benzina, una famiglia intera a credito: tutto funziona a credito. E così noi abbiamo avuto questa idea, abbiamo deciso che se non potevamo ottenere credito per i nostri film, allora li avremmo fatti lo stesso, anche senza soldi, semplicemente mettendo insieme le persone che avrebbero amato farlo per la loro inclinazione idealista nei confronti del cinema. Non è facile in America, in America fare film è un business, non un’arte. Abbiamo lasciato stare il business provando a fare arte. Arte significa soltanto che amiamo fare ciò che facciamo e che ci esprimiamo liberamente insieme.

this is the people, this is what happens. judge for yourself.

“John era originale. Non solo nella forma, ma anche nei contenuti. Quello che intendeva dire, e il modo in cui intendeva dirlo, era una cosa mai vista prima”. Peter Falk, attore in molti dei film di Cassavetes, pensa sicuramente al primo lungometraggio, Shadows (1959): anni prima di Martin Luther King, qust’uomo di vent’anni decide di esordire con un’opera su una relazione intima tra una nera e un bianco. Pensa sicuramente a tutte le storie di umanità ambientate nella classe media e raccontate con estremo realismo psicologico, quella che fu una grande novità del cinema americano. Pensa al risultato straordinario di queste ricerche: dei film assolutamente innovativi nei temi e nel linguaggio: “non c’erano clichés nei film di John. Non c’era una ripresa che fosse un cliche, non c’era una scena che fosse un cliché, non c’era un’emozione o il frammento di un comportamento che fosse un cliché”.

do you like this city?…no.  

A John Cassavetes non piace Los Angeles. Dice che c’è troppa poca gente in giro, che puoi incontrare qualcuno solo se gli dai un appuntamento, che non c’è comunicazione ma solo montagne, laghi, fiumi, tutte cose che non gli interessano. “I leave that for the old poets”. Poi ascolta i Beach Boys alla radio, dice che ama la musica, tutta la musica. “Music makes you feel like living. Silence is death”. Il problema della comunicazione tra gli individui, in una continua dialettica tra il libero fluire delle emozioni e le distanze imposte dalla società, è al centro dell’intera produzione cinematorgrafica di Cassavetes (Shadows, 1959; Minnie & Moskowitz, 1972; A Woman Under the Influence, 1975).

Ma Hollywood non gli piace anche per quello che rappresenta nel mondo della produzione artistica. Cresciuto nel cuore degli Actors Studio e dell’Academy of Dramatic Arts, regista di due produzioni hollywoodiane in cui non si riconosce (Too Late Blues, 196, A Child is Waiting, 196), John Cassavetes è più volte respinto da questo ambiente nelle sue proposte libere e originali, tanto da finire, per un breve periodo, a recitare per la televisione o in film non suoi per poter finanziare i progetti indipendenti.

if you go deep in the character, you get the plot.

Johnny non ha mai creduto nella trama. Credeva nei personaggi. Se arrivi in profondità nel personaggio, ecco che hai anche la trama. Devi solo stare con le persone, con le loro vite. Il dramma è lì, verrà fuori da solo. Parla Sam Shaw, fotografo e amico di John Cassavetes.

Ripercorrere oggi l’avventura cinematografica di John Cassavetes (nato a New York 9 dicembre 1929 – morto a Los Angeles il 3 febbraio 1989) significa riscoprire l’energia, la vitalità, l’inventiva, i dubbi e persino i compromessi che hanno caratterizzato il cinema indipendente nella sua epoca d’oro, cioè i vent’anni tra il 1955 e il 1975. Di tutti gli autori, non solo americani, di quell’epoca, Cassavetes è stato il più indomito e ostinato: ha accettato di lavorare per Hollywood, soprattutto come attore, per finanziare i film che avrebbe realizzato come regista. Il suo stile asciutto, diretto e nervoso gli ha permesso di scavare meglio di chiunque altro tra le emozioni e i turbamenti dei suoi personaggi. Cassavetes non si è mai allontanato dal suo personalissimo metodo di elaborazione della sceneggiatura, insieme ai suoi attori ed è stato capace di rinnovare in profondità il linguaggio cinematografico grazie ad elementi di realismo e di scavo psicologico assolutamente inediti; non si è mai sottoposto alle regole codificate del cinema commerciale. La sua produzione, così coerente e refrattaria a ogni compromesso, ha rappresentato un’inesauribile fonte d’ispirazione per cineasti di tutto il mondo.

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martedì 23 ottobre 2012 | ore 21
The Killing of a Chinese Bookie (L’assassinio di un allibratore cinese)
regia di John Cassavetes
con Ben Gazzara, Timothy Carey, Seymour Cassel
anno di produzione 1976 (Stati Uniti)
durata 135 minuti

New York, anni 70. Cosmo Vitelli, proprietario di un locale notturno: il Crazy Horse West s’indebita fortemente con una banda mafiosa; per chiudere i conti è costretto a commettere l’impossibile omicidio di un allibratore cinese nel torbido quartiere di Chinatown.
John Cassavetes, da grande anarchico del cinema qual’è, mescola i generi più disparati per poi mandarli all’aria, con l’obiettivo di realizzare un’opera sperimentale, perfettamente coerente con la sua idea di cinema indipendente e libera da ogni schema precostituito. Il risultato è un film sovversivo, selvaggio e girato con uno stile di regia caotico che spiazza continuamente lo spettatore.
Ben Gazzara con la sua straordinaria interpretazione conduce Cosmo Vitelli in una deriva esistenziale intensa, sostenuta soprattutto da un’efficace ricostruzione sonora, che separa gli ambienti come gironi infernali.

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martedì 30 ottobre 2012 | ore 21
Faces (Volti)
regia di John Cassavetes
con John Marley, Gena Rowlands, Lynn Carlin, Fred Draper, Seymour Cassel
anno di produzione 1968 (Stati Uniti)
durata 130 minuti

Il film segue le vicende di una coppia ormai finita. Richard vuole divorziare e passa la serata con altri uomini d’affari e prostitute. Maria invece passa la serata con le amiche e con un playboy che hanno trovato in un bar.
Volti segna il ritorno di Cassavetes al cinema indipendente dopo la deludente esperienza hollywoodiana. il risultato è un lungometraggio di capitale importanza nella storia della cinematografia americana e consacrò definitivamente Cassavetes come uno dei grandi autori del panorama del cinema colto internazionale. Il film è stato girato in condizioni quasi impensabili per l’industria filmica. Senza soldi (gli attori non ebbero alcun compenso), senza attrezzature particolari (pellicola 16 mm.) e con una post-produzione incredibilmente lunga (quattro anni di lavoro) e costellata di inconvenienti. Originariamente montato in una versione di sei ore, il film fu poi ridotto agli attuali 130 minuti, nella forma che valse a Cassavetes tre nomination agli Oscar e un premio al festival di Venezia.
La vicenda si evolve grazie ad una struttura visuale-narrativa ossessiva, quasi claustrofobica ed è caratterizzata da primi piani sconvolgenti e da una recitazione molto espressiva. Strepitosa la qualità degli interpreti, da Gena Rowlands a John Marley, fino a Lunn Carlin e Fred Draper.

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martedì 6 novembre 2012 | ore 21
A Woman Under the Influence (Una Moglie)
regia di John Cassavetes
con Gena Rowlands e Peter Falk
anno di produzione 1974 (Stati Uniti)
durata 155 minuti

Mabel è la moglie dell’operaio edile di origine italiana Nick Longhetti, ed è la madre di tre bambini. La coppia è legata da un sentimento di dolce affetto e complicità ma il marito, uomo che sa essere molto premuroso, è spesso preso dal troppo lavoro e torna a casa nervoso e intrattabile. Mabel è una donna emotivamente fragile che nasconde a fatica il suo alcolismo, che la porta a un carattere instabile, alla ricerca costante di affetto e attenzione da parte della famiglia. Quando la situazione diventa per lei insostenibile, ha un grave crollo psichico e Nick, assieme al dottore di famiglia, prende la decisione di farla ricoverare in un ospedale psichiatrico. Dopo alcuni mesi fa ritorno a casa pronta a riprendere il suo ruolo di moglie e madre subalterna.
Si è spesso parlato del realismo di Cassavetes, spietato ma incredibilmente vitale e intenso. Pur restando ancorato al minuto e al quotidiano del vissuto familiare di provincia, Cassavetes trasfigura con un energia sorprendente la rappresentazione in un flusso emotivo forse mai visto prima al cinema, con la figura solitaria e svagata di Mabel che occupa gran parte dei 155 minuti del film.
A Woman Under the Influence è tutto concentrato sui gesti e sul volto della Rowlands, che ci restituisce così ancora una volta un’interpretazione magistrale della fragilità psichica, lavoro che le è valso il Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico.

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martedì 13 novembre 2012 | ore 21
Minnie & Moskowitz
regia di John Cassavetes
con Gena Rowlands, Seymour Cassel e Morgan Morgan
anno di produzione 1971 (Stati Uniti)
durata 114 minuti

Seymour Moskowitz ha trent’anni, capelli lunghi e uno stile un pò naif. Arriva a Los Angeles sperando in un futuro migliore e incontra Minnie Moore, impiegata in un locale museo, non giovanissima e da tempo legata ad un uomo sposato. Si instaura tra i due una relazione del tutto particolare e turbata dall’intrusione di vari personaggi. Nonostante tutto, Seymour e Minnie si amano profondamente.
‘Il desiderio diminuisce con il passare dell’età? scompare?’ il film sembra partire da questo interrogativo per definire via via la drammatica solitudine di tutti i personaggi che attraversano il racconto di John Cassavetes; gli attori, attraverso una recitazione straordinaria, rappresentano personaggi spesso al di sopra delle righe: urlanti, fisici, rissosi, amanti.
Minnie & Moskowitz è il meno indipendente tra i film di Cassavetes che sfiora la macchina hollywoodiana senza mai piegare le sue esigenze espressive; i protagonisti stessi del film che (con le loro battute) sembrano prendere le distanze dal mondo illusorio prodotto dall’industria cinematografica vengono smentiti dai continui omaggi rivolti da Cassavetes a Humphrey Bogart e al cinema di Kubrick.

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martedì 20 novembre 2012 | ore 21
Gloria (Gloria – una notte d’estate)
regia di John Cassavetes
con Gena Rowlands e John Adames
anno di produzione 1980 (Stati Uniti)
durata 123 minuti

Gloria è una donna di mezza età, ex-showgirl e amante di un gangster, che vive nel Bronx a New York. Un giorno scopre casualmente che il vicino di casa è minacciato di morte dalla malavita perché non ha saputo tacere. Prima che gli arrivino in casa i sicari, consegna il piccolo Phil e un quaderno-memoriale alla vicina di casa, Gloria. Il rapporto tra la non più giovane Gloria e il giovanissimo Phil, rimasto ormai senza famiglia, è piuttosto difficile. Senza contare che la mafia vorrebbe mettere le mani sul quaderno lasciato da Jack. Per difendere il ragazzo, Gloria diventa un’abile pistolera e, alla fine, riesce a rifugiarsi a casa di Tony, un boss di cui era stata amante. Ma proprio lì trova ad aspettarla lo stato maggiore del clan mafioso.
Unico film d’azione di John Cassavetes, che mostra una smisurata passione per il cinema di Humphrey Bogart: il personaggio di Gloria (interpretato dalla moglie Gena Rowlands) ne sembra l’esatta copia in versione femminile.
In una delle periferie più raccontate del mondo, Gloria si muove come una tigre difendendo fino alla fine un bambino portoricano dai sicari della mafia. Gena Rowlands attraverso un personaggio vitale definisce il tema della maternità non prevista e gradualmente accolta.
Il film è premiato al festival di Venezia con il Leone d’oro ex equo con Atlantic City di Louis Malle.

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martedì 27 novembre 2012 | ore 21
Opening Night (La sera della prima)
regia di John Cassavetes
con Gena Rowlands, John Cassavetes, Ben Gazzara, Peter Falk, Joan Blondell, Paul Stewart, Zohra Lampert
anno di produzione 1977 (Stati Uniti)
durata 144 minuti

Sconvolta dalla morte accidentale di una giovane ammiratrice, l’attrice Myrtle Gordon continua a vederla in allucinazioni angoscianti ed è sull’orlo di un esaurimento nervoso. Myrtle sta provando ‘The Second Woman’, scritta da un’anziana commediografa  di cui non è soddisfatta perché troppo seriosa. Con l’aiuto del primo attore (e marito al di fuori del palcoscenico), riuscirà finalmente a ritrovare le motivazioni per ritornare in scena.
John Cassavetes prima ancora di essere autore cinematografico è un attore di cinema e di teatro. Con Opening Night raggiunge la sua maturità e consapevolezza dell’estrema fragilità degli attori: l’oscillazione tra l’essere e il non essere, la non accettazione di sé nell’affrontare la costruzione di un personaggio, i limiti del vivere una vita reale quando il sipario è chiuso.
La morte di quella che è la sua parte giovane per aprire le porte finalmente alla maturità consacra Gena Rowlands  come una delle più alte interpreti americane, che in questo film (più di altri) diviene una donna trasparente: attraverso lei lo spettatore non può far altro che arrendersi alle ubriacature, ai pianti, ai sorrisi, agli amori vissuti come un naufrago al centro di un tifone.

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“È molto importante fare quello che si ha voglia di fare, essere tanto coinvolti dal proprio lavoro da consacrarvisi completamente, qualunque sia il tempo che questo richiede. Bisogna avere una propria scala di valori, bisogna voler fare, a ogni costo, il proprio film. E bisogna avere un’idea molto precisa di cos’è la messinscena di un film, altrimenti non serve a niente, nemmeno a se stessi.”
John Cassavetes

Rassegna Stampa

Effetto Napoli http://www.effettonapoli.it/spettacolo/a-good-film-is-a-free-film-il-cinema-di-john-cassavetes-allex-asilo-filangieri/

La Repubblica Napoli http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/10/24/foto/omaggio_a_cassavates_all_ex_asilo_filangieri-45207604/1/

Corriere del Mezzogiorno http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2012/22-ottobre-2012/cineforum-ex-asilo-filangieri-schermo-cinema-cassavetes—2112365047673.shtml